Il Corriere del Veneto. L’Usl 3 riapre l’attività ambulatoriale e chirurgica con il fardello di 9 mila prestazioni sospese da recuperare. Un’attività che si somma alla campagna vaccinale e che deve fare i conti con un’endemica carenza di personale, tale da aver spinto la Serenissima ad aprire un bando da 3,9 milioni di euro per la «fornitura» di medici per coprire turni di lavoro in anestesia, pediatria, ginecologia, pronto soccorso. Il bando, che scade il 19 maggio ed è stato disposto a dicembre dalla precedente direzione, si divide in capitolati: 808 mila euro per la radiologia di Mirano e Dolo; 306 mila per il pronto soccorso di Venezia; 312 per l’anestesia di Venezia e 468 per quelle di Mirano e Dolo; 115 per la ginecologia di Venezia; 198 per la chirurgia di Chioggia e 405 per la pediatria.
L’elenco continua ma il concetto è lo stesso: mancano medici specializzati perché le università formano pochi dottori e le procedure concorsuali non riescono a coprire il fabbisogno. Si ricorre così a bandi dove società o coop private – che riescono ad attirare i pochi medici con stipendi più alti – forniscono personale per tamponare i buchi (a tempo, il bando prevede l’affidamento di 12 mesi rinnovabili). «Gli ambiti disciplinari più interessati sono rianimazione, anestesia, ginecologia, pediatria e pronto soccorso – spiega il direttore sanitario dell’Usl 3 Giovanni Carretta – in questi ambiti c’è una carenza di personale medico ed è quindi stata predisposta una ricognizione per arrivare a una gara per la fornitura di turnistiche per riuscire a erogare i servizi». Già in passato la Serenissima si era rivolta a soggetti esterni per riuscire ad erogare servizi. «Per esempio nel pronto soccorso di Jesolo, in quello di Chioggia, in Pediatria a Venezia, nelle Anestesie in particolare – ricorda il dottor Giovanni Leoni, segretario Cimo Veneto – Sono però soluzioni che creano problemi: un medico ospedaliero riesce a offrire un servizio ottimale quando ha continuità di servizio. Quando si adottano soluzioni tampone come queste, con personale che arriva temporaneamente da fuori, ne risente la qualità dell’assistenza perché chi arriva ha bisogno di tempo per conoscere il quadro clinico dei diversi pazienti e il funzionamento complessivo del reparto».
L’Usl 3 – che prosegue con la campagna vaccinale: ieri ha iniziato la fascia dei 60enni – sta riaprendo l’attività chirurgica e ambulatoriale: a step perché il calo dei ricoveri è meno netto che in altre province essendo Venezia «entrata dopo» nell’ultima ondata (al momento negli ospedali della Serenissima ci sono 216 posti letto Covid occupati in area medica e 26 in rianimazione). «Siamo prudenti nel riconvertire i posti letto Covid per avere un margine di sicurezza e non dover tornare subito indietro – precisa il dottor Carretta – dobbiamo recuperare poco meno di 9 mila prestazioni sospese nell’ultime mese. Stiamo contattando gli utenti e contiamo di recuperarle in poche settimane». Lunedì prossimo riapriranno i ricoveri in week surgery, aumenterà il numero delle sedute chirurgiche e man mano riprenderanno anche le attività in libera professione. Già ieri è stato ridotto il reparto Covid dell’Ospedale dell’Angelo: da 60 a 30 posti letto; cosa che ha permesso di ri-potenziare le attività chirurgiche caratterizzanti dell’hub; Chirurgia vascolare, Cardiochirurgia e Neurochirurgia. «Cardiochirurgia è passata da 9 posti letto a 16 – precisa il direttore dell’Angelo Chiara Berti – Chirurgia vascolare da 8 a 12 e Neurochirurgia da 11 a 19». Tutti gli ospedali stanno riprendendo le loro attività. Più lentamente il Covid Hospital di Dolo dove si aspetta che i numeri della terapia intensiva che occupa la piastra chirurgica calino per riconvertirla per gli interventi. A Dolo verrà però a breve riattivata l’attività pneumologica dove si sono accumulati i ritardi maggiori in queste settimane. Ieri sono stati registrati 149 nuovi positivi e 3 decessi.