Proprio mentre l’attività libero professionale intramuraria allargata è al centro di interventi normativi che dovrebbero portare a una sua compiuta definizione entro il 30 giugno, l’Usl 22 di Bussolengo ha deciso di fare di testa sua. Senza attendere la scadenza indicata dal Milleproroghe, che dispone tra l’altro che siano le Asl a dover individuare per allora gli spazi adeguati per l’esercizio dell’Intramoenia, il direttore sanitario dell’Usl 22, con una nota del 6 marzo scorso, ha revocato, a partire dal 15 marzo, la possibilità di svolgere l’intramoenia allargata nei propri studi professionali a tre veterinari. «Con questa decisione la direzione sanitaria compie un grave atto di arroganza – osserva il segretario regionale SIVeMP Roberto Poggiani -. Si tratta di un provvedimento illegittimo nella forma e nella sostanza che determina un danno grave e rilevante ai colleghi interessati».
Da dieci anni a questa parte l’unico spazio disponibile per i nove medici veterinari che ne avevano fatto richiesta è un ambulatorio di 3.40 metri x 4.96, utilizzato peraltro per la maggior parte del tempo per il programma di sterilizzazione dei gatti di colonia. Proprio la mancanza di spazi adeguati aveva portato le precedenti amministrazioni ad autorizzare i tre veterinari allo svolgimento della libera professione nei loro studi. Da allora, ricorda il segretario aziendale SIVeMP, Franco Cicco, in una diffida inviata il 29 marzo al direttore generale e all’assessore regionale alla sanità, «nulla è cambiato nella disponibilità degli spazi a disposizione per l’attività intramuraria dei medici veterinari».
Il segretario aziendale chiede, quindi, la rettifica tempestiva della nota del 6 marzo, e che sia riconosciuta nel contempo la possibilità ai veterinari interessati di poter continuare ad esercitare la libera professione allargata fino al 30 giugno 2012, in attesa dell’individuazione di spazi idonei ed adeguati. In caso contrario, a fronte di una violazione del dettato del Ccnl e della falsa interpretazione di norme legislative, oltre che al danno per i veterinari dipendenti, l’organizzazione sindacale «si riserva sin d’ora di intraprendere tutte le opportune iniziative legali a tutela dei propri iscritti». I tre veterinari si sono comunque già mossi per impugnare la decisione dell’Usl e ottenere il riconoscimento dei loro diritti.
a cura di C.Fo. – 2 aprile 2012 – riproduzione riservata