Primo «sì» in Regione per un progetto di legge che autorizza l’abbattimento dei lupi. Il titolo, asettico, è «Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori» , primo firmatario il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Ferro Fini Nicola Finco che ha visto l’approvazione del progetto di legge ieri in terza commissione. L’opposizione insorge con il dem Andrea Zanoni che cesella: «Il Veneto si conferma una regione calibro 12». Il problema non è di oggi. Le prime segnalazioni di assalti alle greggi durante l’alpeggio risalgono al 2013. L’escalation di bestiame straziato dai lupi, però, è di quest’estate. La questione, poi, valica i confini regionali tanto che le due Province autonome di Trento e Bolzano hanno già varato, ciascuna, una legge analoga che autorizza gli abbattimenti con un prevedibile corredo di indignazione e polemiche ambientaliste. Al punto che le due leggi sono state impugnate e con successo. E il neo governatore di Trento, Maurizio Fugatti, dichiarava proprio ieri al Corriere del Veneto che la battaglia non è affatto finita: «La presenza dei carnivori selvatici sulle nostre montagne e su quelle venete è un problema serio e non solo di ordine economico. Credo sia giusto monitorare anche il rischio per l’uomo».
Trento e Bolzano, insomma, segnano la via e in Veneto la maggioranza leghista sembra intenzionata a fare altrettanto. «Sappiamo bene le due leggi gemelle sono già state impugnate – ragiona Finco – e inevitabilmente lo sarà anche quella veneta ma segnalo che, al momento dell’impugnazione di quelle leggi i ministeri competenti si erano impegnati per l’attivazione di un piano di contenimento del lupo. Non se n’è fatto nulla e, nel frattempo, i dati sono diventati. La nostra preoccupazione è che, ora che si è chiusa la stagione dell’alpeggio, non se ne riparlerà più fino a maggio. I ministeri non possono essere sotto scacco a causa delle lobby ambientaliste. È tempo di agire. A nessuno piace l’idea di uccidere i lupi ma i comuni sono disperati e c’è chi non avrà più il coraggio di arrivare alle malghe la prossima stagione». Il Veneto suona la carica perché Roma risponda. Una strategia che manda su tutte le furie, invece, Zanoni che si scaglia sia sulla legge anti-lupo, sia sul via libera ai fuoristrada in montagna se di proprietà di albergatori o cacciatori. Su quest’ultimo punto Sergio Berlato, presidente della terza commissione, getta acqua sul fuoco: «Si tratta di ratificare un fenomeno che già avviene attraverso permessi rilasciati dai Comuni». Mentre sul lupo Berlato spiega: «Nella nuova versione è stato eliminato il riferimento all’orso e il provvedimento mira soprattutto a suscitare una reazione da parte del governo nazionale, unico in grado di risolvere la questione con il Piano nazionale di gestione del lupo che preveda il monitoraggio, il censimento delle popolazioni, la definizione a livello scientifico del limite massimo di tollerabilità del lupo in un territorio fortemente antropizzato come quello del Veneto, e eventuali azioni di contenimento, anche attraverso gli abbattimenti».
Fortemente critico Zanoni che attacca: «Oggi (ieri ndr ) con i voti favorevoli di Lega, Lista Zaia e Fratelli d’Italia e il nostro netto “no”, si è votata una norma palesemente incostituzionale che non risolve per niente il problema delle predazioni. È una proposta di legge che è destinata a essere impugnata dal Governo. Ne abbiamo la certezza, poiché è identica alle leggi di Trento e Bolzano impugnate dal Consiglio dei ministri il 6 settembre. È scandaloso che si intasino le istituzioni per provvedimenti senza futuro in sfregio allo Statuto regionale che prescrive di snellire e non di appesantire l’assemblea».
A fine settembre la foto di un lupo ucciso con un fucile a pallettoni in Lessinia ha fatto il giro del web e rinfocolato le polemiche. Ma la tensione, soprattutto nell’Asiaghese non accenna a diminuire, di pochi giorni fa una lettera del consorzio dell’Asiago dop al ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio in cui si spiega come «L’Altopiano, il più esteso d’Europa con i suoi 878 chilometri quadrati, l’area a più alta densità di malghe dell’intero arco alpino, rischia lo spopolamento proprio delle malghe a causa delle crescenti razzie da parte dei lupo».
Corveneto