Danni che sfiorano i due milioni di euro all’anno quelli stimati dall’associazione di categoria che venerdì mattina è stata ricevuta dal governatore Luca Zaia. Lupi in Lessinia, cervi in Cansiglio, orsi nel Vicentino e nel Veronese, cinghiali che imperversano sui Colli Euganei e nelle campagne scaligere. E poi lepri, cornacchie e gazze. Coldiretti, guidata dal presidente Giorgio Piazza e dal direttore Pietro Piccioni, ha presentato una proposta di legge in materia di prevenzione, contenimento e indennizzi per gli operatori agricoli.
La nuova selvaggina alloctona e invasiva sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. In Veneto i danni sfiorano i due milioni di euro l’anno. Dal lupo della Lessinia all’orso delle montagne vicentine che attaccano gli animali al pascolo, dal gambero rosso della Louisiana alle nutrie che trivellano gli argini dei fiumi e i campi di basso veneziano e trevigiano, dai caprioli che apprezzano le tenere foglie del Prosecco di collina ai corvi che preferiscono i semi, fino ai cinghiali che battono a tappeto le zone pedemontane: gli agricoltori hanno lanciato il grido di allarme e Coldiretti una proposta di legge, messa a punto con Legambiente, per gestire le problematiche causate dalla fauna selvatica. Ieri, in tutta Italia, Coldiretti ha incontrato i presidenti di Regione per consegnare il documento. Coldiretti Veneto insieme alla rappresentanza delle sette delegazioni provinciali ha incontrato il governatore Luca Zaia in municipio a San Vendemiano.
«Una proposta di legge come strumento intelligente di gestione, intesa come prevenzione e contenimento del proliferare fuori controllo della fauna selvatica dannosa – ha spiegato Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto – e di rimborso dei danni, utilizzando strumenti che già abbiamo, anche assicurativi, che possono essere utilissimi per dare prontezza di risposta agli imprenditori agricoli». Si tratta perlopiù di animali selvatici non autoctoni, arrivati sul territorio per mano dell’uomo oppure che si spingono fuori dal loro solito habitat perché costretti dalla necessità di trovare cibo. Il danno a livello nazionale viene calcolato in 100 milioni di euro nel 2014. Il documento ha visto subito favorevole il presidente Zaia.
«È una proposta intelligente – ha detto il Governatore – che si pone con molta concretezza al centro della questione. Da un lato non difende interessi di lobby, come possono essere la caccia estrema o l’ambientalismo estremo, pone la questione di animali nocivi di un ecosistema che deve essere regolato. Uno per tutti le nutrie con i danni agli argini che toccano il tema delle alluvioni».
Il testo elaborato, e che Zaia porterà in commissione, propone piani ordinari e straordinari di prevenzione e contenimento degli animali selvatici nocivi, in armonia con l’attività venatoria, oltre a incentivi sulle assicurazioni e a trovare risorse per interventi e rimborsi. Coldiretti Belluno ha proposto un aumento di 20 euro del costo della tessera dei cacciatori da destinare ad un fondo regionale ad hoc.
«Potrebbe essere un’opportunità – ha detto Zaia – Penso che il mondo della caccia sia interessato a far parte di questa partita. Il che non significa che vogliamo creare nuove tasse, ma è un ragionamento che si farà». Sul reperimento delle risorse per gli indennizzi, il Governatore ha detto: «I risarcimenti dipendono dalle disponibilità finanziarie e dal patto di stabilità. Sbloccare dal patto di stabilità i risarcimenti ai cittadini che possono essere quelli di un’alluvione, di una tromba d’aria, di un terremoto piuttosto che danni non riconoscibili al singolo ma alla comunità potrebbe essere un bei segnale».
Anche la Cia, Confederazione agricoltori italiani, ha annunciato ieri un’azione sul tema. Il 13 luglio in tutta Italia cercherà il confronto con le istituzioni sottoponendo il documento stilato. E ha annunciato lo stato di agitazione delle categorie in assenza di risposte immediate.
Destinare ai rimborsi il 50% dei 5 milioni corrispondenti alla tassa di concessione versata ogni anno dai cacciatori
Dell’ invasione delle locuste descritta nell’Esodo non vi è stata fortunatamente ancora traccia. Ma a giudicare dall’ultima iniziativa lanciata da Coldiretti, l’impatto della fauna veneta sul comparto agricolo regionale ha davvero tutte le caratteristiche di una delle dieci piaghe d’Egitto riportate nella Bibbia. Danni che sfiorano i due milioni di euro all’anno quelli stimati dall’associazione di categoria che ieri mattina è stata ricevuta dal governatore Luca Zaia. Lupi in Lessinia, cervi in Cansiglio, orsi nel Vicentino e nel Veronese, cinghiali che imperversano sui Colli Euganei e nelle campagne scaligere. E poi lepri, cornacchie e gazze. Coldiretti, guidata dal presidente Giorgio Piazza e dal direttore Pietro Piccioni, ha presentato una proposta di legge regionale in materia di prevenzione, contenimento e indennizzi per gli operatori agricoli. Il documento chiede in primo luogo di dare priorità al controllo della fauna selvatica nelle molte aree sensibili: dalla montagna alla collina, passando per la pianura e le zone lagunari, con piani ordinari e straordinari che sappiano trovare il giusto equilibrio con l’attività venatoria leggermente in crisi, come ha ricordato il presidente di Coldiretti Verona, Claudio Valente. «Non è da sottovalutare l’introduzione dell’incentivo regionale sulle assicurazioni che i produttori possono stipulare liberamente – ha spiegato Valente -. La normativa risale al 1993 e a quei tempi era efficace. Ma oggi non è più strumento adeguato per affrontare una situazione incancrenita a causa della pressione venatoria in diminuzione e dal continuo manifestarsi di specie nocive sul territorio».
Nessun riferimento diretto ai lupi della Lessinia che da anni preoccupano gli allevatori veronesi. Ma le prime predazioni sono già state registrate e nella notte tra mercoledì e giovedì il branco è tornato in azione sopra Bosco Chiesanuova. Sono stati i titolari del rifugio Branchetto, giovedì mattina, a trovare la carcassa di un cucciolo di capriolo lungo la strada che scende in paese. Tra le novità presentate nel testo di Coldiretti, anche la corsia preferenziale agli imprenditori agricoli professionali in caso di rimborso e per la realizzazione di opere di prevenzione. Per risolvere l’annosa questione della scarsità delle risorse viene proposto di destinare il 50% dei 5 milioni corrispondenti alla tassa di concessione versata annualmente dai cacciatori. Idee accolte dal governatore Zaia che ha promesso di valutarle per poi consegnarle alla commissione competente e al Consiglio regionale.
Il Gazzettino e il Corriere di Verona – 11 luglio 2015