In merito al servizio mandato in onda dal Tg Bassano di ReteVeneta lunedì 6 marzo sul tema “Lupi: paura in Altopiano. Centinaia le prede uccise” l’assessore regionale all’Agricoltura e caccia precisa che la presenza del lupo sulle montagne venete è totalmente spontanea, e non certo imputabile al progetto Life WolfAlps cofinanziato dall’Unione Europea, che ha l’unico obiettivo di conservare la specie esistente. “Il lupo sta tornando spontaneamente sulle Alpi, nessuna reintroduzione è mai stata fatta nè nelle Alpi né in Italia, come ben sanno tutti coloro che si occupano da anni di questa specie”, precisa l’assessore veneto.
“La Regione Veneto, che è responsabile dell’attuazione del progetto europeo Life WolfAlps nel territorio regionale – chiarisce Pan – sta monitorando attentamente le presenze e gli spostamenti dei lupi sull’Altipiano, e le predazioni su animali selvatici, in particolare mufloni, che peraltro corrispondono al normale comportamento predatorio del lupo”.
Quanto alle altre affermazioni contenute nel servizio televisivo – prosegue Pan – segnalo come totalmente infondato ed erroneo insinuare l’idea che il progetto europeo abbia introdotto nuovi esemplari sulle Alpi e che ‘al posto del lupo italico, in Altopiano sia arrivata una specie differente, risultato di un incrocio, che avrebbe dato vita ad esemplari molto più aggressivi e per nulla timorosi dell’uomo’ .
“Nessuna introduzione ad arte, e nessun incrocio: il lupo sta tornando in Veneto per effetto delle migrazioni spontanee di esemplari dagli Appennini e dalla Slovenia. Non si tratta, quindi, di pericolosi e sospetti incroci ma di naturali accoppiamenti tra esemplari, che testimoniano il ritrovato equilibrio di alcune parti del nostro ecosistema che consente al lupo di riprodursi e di sopravvivere”, commenta Pan . “Ricordo, inoltre, che il lupo non attacca mai l’uomo: appare quindi scorretto e immotivato anche solo insinuare il velato sospetto che la sua presenza sia un pericolo per la pubblica incolumità – prosegue l’assessore – Diverso è invece il caso, peraltro confermato anche dai rilievi effettuati dai servizi veterinari anche sull’Altopiano di Asiago, della crescente presenza di cani lupo randagi. Un effetto, questo, connesso all’abbandono e alla spopolamento della montagna, che contribuisce a favorire l’inselvatichirsi di specie domestiche”.
“Dispiace che servizi televisivi come quello andato in onda sul tg locale di Bassano – conclude l’assessore – siano così imprecisi e disinformati, più volti più ad alimentare un clima di facile paura e di allarmismo, che a diffondere vera conoscenza e a far capire, anche a chi vive in montagna, il grande valore ambientale, biologico e naturalistico rappresentato dal ritorno del lupo nelle nostre aree alpine e prealpine”.
Regione Veneto – 9 marzo 2017