«Via dal progetto Wolfalps a partire dal 2018». E, poi, il carico pesante: «Traslocare i lupi in sovrannumero e sterilizzare le femmine in età di riproduzione ». Arrivano come un fulmine a ciel sereno le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan, dopo che l’ente si era adoperato a tentare di far accettare alle categorie (primi fra tutti gli allevatori) la presenza sul territorio del predatore, con una serie di misure preventive, quali l’installazione di recinti elettronici, impegnativo investimento effettuato l’anno scorso. Certamente, il consiglio regionale veneto aveva già dato un indirizzo in tal senso, con particolare attivismo dei consiglieri veronesi: la mozione, firmata da Giovanna Negro, Andrea Bassi e Stefano Casali (ma ad aver alzato più spesso la voce, sulla questione, è stato Stefano Valdegamberi) è stata approvata il 17 aprile.
Ora la linea politica è stata fatta propria dalla giunta che rincara la dose. La risposta di Pan arriva dopo le critiche mosse da Legambiente per voce di un attivista (ancora questa volta) veronese, Angelo Mancone. «La Regione – aveva tuonato – non riesce a gestire il problema e rischia di compromettere la fiducia di chi abita sul territorio». Territorio che, per l’appunto, mugugnava per i risarcimenti tardivi (non sarebbero ancora arrivati quelli del 2016) relativi alle predazioni.Il clima, dalle parti della Lessinia, si era però rannuvolato da tempo. Pur in mancanza di dati ufficiali, il 2017 sembra essere partito come l’anno peggiore sul fronte delle uccisione di capi di bestiame. Se ne contano almeno 51, quasi cinque volte quelli del primo semestre dell’anno scorso, che si era fermato a tredici. Ed è un numero che spaventa, perché il periodo degli attacchi, concentrati soprattutto tra luglio e agosto, è appena iniziato. Accanto alla Lessinia, inoltre, hanno cominciato a fare la voce grossa anche gli allevatori dell’altopiano di Asiago, dove il lupo è arrivato (provenendo proprio dal Veronese) lo scorso inverno. Alcuni di loro sono passati dalle parole ai fatti, ritirando il bestiame caricato in malga a seguito di alcune predazioni.
Nasce da questo contesto, la reazione di Pan. «Ho ereditato il progetto comunitario Life– Wolfalps, recepito da una delibera nel 2013 – rende noto – Mi sono trovato a gestire una situazione difficile, con gli allevatori da una parte e gli animalisti dall’altra. Ha adottato un approccio pragmatico e concreto, da buon amministratore, lasciando da parte le ideologie e affrontando i problemi, nel rispetto delle leggi, italiane ed europee, secondo le soluzioni tecniche a disposizione e le risorse disponibili. Entro luglio 2017 risulteranno installati in Veneto 180 recinti elettrificati (60 in Lessinia, 60 Asiago, 60 Belluno) e saranno incaricati tre assistenti agli allevatori, più una figura di supporto e una figura di tutor per la gestione dei lupi nelle tre aree». Soldi, che arrivano, per l’appunto, dal progetto Wolfalps, ma le risorse ormai sono esaurite. «Ecco perché – conclude Pan – intendo sottoporre all’attenzione della giunta un piano di controllo della presenza del lupo in Veneto, che preveda, tra i vari interventi contemplati dalle normative vigenti, la possibilità di traslocare gli esemplari in sovrannumero e di sterilizzare le femmine in età di riproduzione».
Corriere del Veneto – 4 luglio 2017