L’attenzione di tutti gli studiosi del mondo era puntata sul Veronese: ora il quotidiano “L’Arena” svela il fenomeno. Immortalati i due piccoli della coppia Slavc -Giulietta: è il primo branco accertato in tutte le Alpi orientali
Quaranta secondi di video e due foto eccezionali sono la prova che il mondo scientifico internazionale aspettava da mesi: Slavc e Giulietta, il lupo dinarico balcanico e la lupa italica che si sono incontrati in Lessinia nell’inverno 2012 e da allora non hanno più abbandonato l’altopiano, hanno dato alla luce almeno due cuccioli. Mercoledì 7 agosto una videotrappola sistemata dal Parco naturale regionale della Lessinia, in collaborazione con il Comando stazione di Bosco Chiesanuova del Corpo Forestale dello Stato, ha documentato l’avvenuta riproduzione e la buona salute di mamma lupa e dei due cuccioli che hanno un’età presunta di quattro mesi. Manca nel video Slavc, ma è certa la presenza del maschio perché altre videocamere (ne sono state sistemate diverse, in punti strategici) hanno invece più volte registrato la presenza dei due genitori senza la prole. IL PRIMO BRANCO DELLE ALPI ORIENTALI. Siamo dunque di fronte alla nascita del primo branco accertato di lupo nelle Alpi orientali, dopo lo straordinario incontro che unisce due diversi ceppi di lupo che erano separati da oltre 150 anni. Nell’assemblea annuale dell’Unione nazionale cacciatori zona Alpi (Uncza) a Bosco Chiesanuova, in giugno, la studiosa Francesca Marucco, biologa dell’università di Torino, coordinatore tecnico-scientifico del Centro conservazione e gestione grandi carnivori della Regione Piemonte, lo aveva detto chiaramente: «Sulla Lessinia sono puntati gli occhi dei ricercatori di tutto il mondo: dal punto di vista biologico è avvenuto un fenomeno pazzesco». Aveva usato proprio queste parole per spiegare l’incontro del lupo dinarico-balcanico Slavc con la lupa italica Giulietta. «Nel Veronese si sono incontrate popolazioni di lupi separate da secoli, ma che un tempo erano unite. Un’apparizione sporadica di un lupo non significa il suo ritorno, ma la presenza di una coppia stabile da più di un anno è l’inizio di qualcosa di veramente grande per la scienza». Lo aveva annunciato emozionata anche se la certezza che la coppia avesse messo su famiglia non c’era ancora, però le probabilità erano alte e si attendeva l’estate, la metà di luglio, si diceva, per l’uscita dei cuccioli dalla tana, allo scopo di raccogliere le prove di nuove presenze e dell’avvio del primo branco sulle Alpi orientali.
LO SCAVO DELLA TANA. «Mancavano le prove, ma dell’evento c’erano tutti i segnali», rivela Daniele Zovi, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato per Veneto e Friuli V. G., «perché già la scorsa primavera si erano trovate sulla neve orme di lupo sporche di fango: era il segno che la femmina stava scavando la tana dove si preparava a partorire. Già allora ci fu una discussione fra di noi se fosse il caso di sistemare in quel posto delle fototrappole, ma decidemmo, a mio parere molto saggiamente, di non farlo per non creare nessun tipo di disturbo. Abbiamo preferito restare col dubbio che non fosse successo nulla e attendere nel rispetto della biologia dell’animale, che ha bisogno di riservatezza, piuttosto che rischiare di mandare a monte un evento di questa portata. È naturale che siamo rimasti molto curiosi di sapere come sia andata – ammette il comandante – e in attesa di una prova che ci desse la certezza. Avevamo tentato anche delle tecniche di wolf howling, cioè di ripetere artificialmente l’ululato del lupo, sperando in una qualche risposta, ma non abbiamo avuto nessun esito positivo fino alla prova video e fotografica di qualche giorno fa, che dal punto di vista biologico segna una pietra miliare e un evento storico e straordinario per il Veronese, per il Veneto e per tutti gli studiosi e gli appassionati di natura del mondo».
LE FOTO. Sono merito del guardiaparco Paolo Parricelli e del dottore forestale Chiara Castagna che lavora per il Parco e lo accompagnava, le foto eccezionali che ritraggono i due cuccioli su un declivio degli alti pascoli accanto a delle rocce affioranti e mentre sono immersi fino a metà zampe in una pozza di abbeveraggio d’alpeggio. «Erano le 6.30 di mattina, con luce ancora scarsa e stavamo a una distanza di circa 400 metri», raccontano Parricelli e Castagna che per l’ultimo numero del Quaderno culturale «La Lessinia ieri, oggi, domani» hanno redatto un approfondito riepilogo della presenza dei lupi sull’altopiano. «Dopo aver scaricato domenica 11 il filmato della videotrappola, eravamo alla ricerca di tracce biologiche per identificare geneticamente i due cuccioli, quando da lontano abbiamo scorto i due esemplari. È stata un’emozione fortissima, ma abbiamo deciso di continuare la nostra attività di monitoraggio biologico senza intrometterci troppo nella zona prescelta per il loro allevamento».
DUE ESEMPLARI. La certezza per ora è di soli due esemplari di cuccioli, ma non sono escluse sorprese, anche pare improbabile siano di più. I piccoli che sono stati filmati e fotografati hanno un’età presunta di circa quattro mesi. Nel video, che è pubblicato sul sito web “www.larena.it”, si vedono per pochi secondi correre insieme uscendo subito dal campo visivo della telecamera per poi ritornare uno di seguito all’altro, nel tipico procedere dei lupi. Dopo qualche secondo compare anche la madre: è sicuramente lei perché è riconoscibile dalla banda nera che ha sulla zampa anteriore destra: secondo gli esperti faunisti è chiaramente visibile anche una mammella più allungata alla quale si attaccano ancora i due cuccioli per succhiare latte, alternandolo a quest’età con i primi rigurgiti di carne portata dai genitori.
L’Arena – 16 agosto 2013