Al recente via libera concesso dalla Food and drug americana alla carne di pollo prodotta in laboratorio, insomma, potrebbe presto seguire un ok dell’Europa. Per le organizzazioni agricole, che da tempo in Italia hanno cominciato la battaglia contro l’avvento della bistecca in provetta, un simile orientamento della Commissione europea non è certo una buona notizia: «Confidiamo che la Commissione valuti con attenzioni eventuali richieste che possano arrivare dai vari Paesi europei, in ottica di salvaguardia delle produzioni tipiche, e in particolare delle denominazioni d’origine – ha detto ieri il presidente nazionale di Cia-Agricoltori italiani, Cristiano Fini -. La carne sintetica va nella direzione opposta a quella che è la nostra idea di cibo, basata sulla valorizzazione delle nostre produzioni agricole e zootecniche. Inoltre, si tratta di una produzione artificiale che finisce per costare di più in termini di sostenibilità ambientale e non garantisce migliore salute e nutrizione per i cittadini. C’è il rischio concreto che con l’avvento del cibo sintetico l’agricoltura venga ridimensionata, con ovvie conseguenze sulle aree interne con il progressivo abbandono dei territori».
Secondo la Cia, su analisi Nomisma, tra laboratori e start up nel mondo le aziende coinvolte nel business della carne sintetica sono passate da 13 a 117 nel giro degli ultimi sei anni. Il mercato mondiale della bistecca in vitro avrebbe già registrato investimenti per 1,3 miliardi, ed entro il 2030 si prospetta una produzione in aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate.
Al congresso Cia gli agricoltori si sono anche detti preoccupati degli effetti che potrebbe avere sui raccolti la proposta di ridurre del 62% l’uso dei pesticidi nei campi entro il 2030. In assenza di difese, infatti, le aziende calcolano un calo del 70% per le rese di grano duro, del 62% per l’olio e addirittura dell’81% per il pomodoro da salsa, dell’84% per il riso e dell’87% per il mais, indispensabile alla zootecnia. L’agricoltura italiana inoltre, sostengono dalla Cia, ha già avviato un importante percorso di riduzione dei pesticidi del 38%.
Al momento, il nuovo regolamento sui pesticidi ha subito uno stop: a dicembre il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue, a maggioranza, ha rimandato la proposta della Commissione al mittente per un supplemento di indagine. «La Commissione – ha detto il suo portavoce – adempirà alle richieste del Consiglio così come richiede l’articolo 241 del Trattato sul funzionamento dell’Unione e continueremo ad avere un approccio costruttivo, con l’obiettivo di trovare una soluzione. Ma vogliamo essere chiari, questa richiesta non deve essere utilizzata come strumento per ritardare la discussione sulla proposta della Commissione».