Repubblica. Sono quattro le aree italiane che potrebbero entrare nella nuova categoria di zone “rosso scuro” lanciata dall’Unione europea: Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano. Secondo le raccomandazioni proposte ieri dalla Commissione Ue su richiesta dei capi di Stato e di governo dell’Unione, chi vorrà uscire da queste aree, anche per viaggi essenziali, dovrà sottoporsi a test e quarantena fino a 14 giorni.
La mappa mostrata ieri in conferenza stampa dal commissario europeo Didier Reynders è tuttavia provvisoria, di prova, con dati non del tutto aggiornati: sarà l’Ecdc, il Centro europeo per le malattie, a preparare quella nuova con i numeri freschi. Inoltre le linee guida proposte da Bruxelles sono ora in discussione tra i governi: ieri gli ambasciatori dei Ventisette hanno iniziato a esaminarle e non si esclude che nei prossimi giorni la soglia di 500 contagiati per 100mila abitanti alla base della nuova colorazione possa essere alzata, facendo uscire diverse aree dal girone del profondo rosso.
Con 10 milioni di italiani potenzialmente isolati scatta comunque la polemica, rafforzata dalla circostanza che la norma non vale solo per uscire dall’Italia, ovvero da queste Regioni in direzione di un altro Paese europeo, ma anche all’interno del nostro territorio, per uno spostamento da un’area “rosso scuro” a una di diversa categoria. L’Emilia Romagna ha subito precisato che i dati che la danno sopra ai 500 contagi su 100mila abitanti sono vecchi e che oggi sarebbe al di sotto. Quindi i governatori delle tre regioni, Bonaccini e i leghisti Zaia e Fedriga, hanno scritto un comunicato congiunto nel quale hanno bocciato la logica alla base della nuova mappa Ue: «Penalizzerebbe le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi, non operano su parametri epidemiologici oggettivi».
Anche se le tre Regioni e Bolzano dovessero rimanere nella zona rosso scuro, non è detto che i cittadini saranno costretti alla quarantena per spostarsi in Italia in quanto si tratta linee guida, ovvero di raccomandazioni europee che ogni Paese è libero di decidere in che modo applicare. Insomma, l’ultima parola sugli spostamenti regionali spetterebbe al governo. E ieri sera fonti dell’esecutivo spiegavano che al momento non c’è alcuna ipotesi di inasprimento delle misure restrittive in Italia.
Quella delle zone rosso scuro è una novità chiesta giovedì scorso dai capi di Stato e di governo al termine del loro video summit per cercare di rallentare la circolazione delle diverse varianti del virus che fanno temere nuove ondate di contagi e vittime. Particolarmente preoccupate Francia e Germania, con Berlino che si sente esposta a nuovi focolai dai Paesi confinanti che hanno inopinatamente allentato le misure. Oltre alle 4 aree italiane, sono colorate in rosso scuro anche la penisola iberica, ad eccezione della parte settentrionale (dalla Galizia ai Paesi Baschi), alcune zone meridionali e centrali della Francia, l’intera Irlanda, parte della Germania, la Repubblica Ceca, alcune zone dell’Europa centro-orientale, i Baltici, parte della Svezia e Cipro. Il resto del continente (e dell’Italia) resta rosso, mentre ottengono l’arancione Finlandia, Norvegia (compresa nella mappa sebbene extra Ue) e Grecia, che ha anche una porzione verde, con contagi quasi nulli.
Al di là delle limitazioni per le nuove zone super-rosse, l’Europa sconsiglia fortemente viaggi non essenziali all’interno dei singoli Paesi e tra tutti Paesi Ue, compresi quelli meno a rischio. Nuove e più stringenti limitazioni vengono proposte anche per chi ha i titoli per entrare nel continente dai confini esterni dell’Unione, chiusi da marzo, come cittadini Ue e medici: test e quarantena per tutti.