I 27 Paesi dell’Unione hanno approvato questa notte qui a Bruxelles un pacchetto di sostegno all’economia che prevede otto miliardi di euro a favore dell’occupazione giovanile (non più i sei previsti).
I governi hanno anche discusso nuove misure per aiutare il rifinanziamento delle piccole e medie imprese. L’accordo è giunto dopo un inatteso round negoziale sul bilancio comunitario 2014-2020, che ha provocato incertezza fino all’ultimo secondo.
Per lottare contro la disoccupazione giovanile, i governi hanno dato questa notte il loro benestare a otto miliardi di euro nei prossimi sette anni, di cui sei nel solo biennio 2014-2015, in modo da offrire alle persone con meno di 25 anni un lavoro, uno stage o un periodo di apprendistato entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro. La strategia è una risposta all’elevata disoccupazione di alcune regioni europee e all’emergere di partiti estremisti in numerosi paesi dell’Unione. «Abbiamo preso anche altre decisioni – ha detto questa notte durante una conferenza stampa il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy –. Per esempio: la promozione della mobilità transfrontaliera, anche nel settore della formazione o dell’apprendistato di alta qualità. Queste misure riduranno gli ostacoli, dando prospettive a centinaia di migliaia di giovani». Le politiche per l’occupazione sono tendenzialmente nazionali. C’è il tentativo di dare loro una valenza europea.
I 27 capi di Stato e di governo hanno anche discusso dei modi per aiutare il rifinanziamento delle piccole e medie imprese, in grave difficoltà nel recuperare denaro sui mercati finanziari e agli sportelli bancari. La Commissione e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno presentato un rapporto, mettendo sul tavolo tre diverse opzioni, che prevedono cartolarizzazione dei prestiti e leva finanziaria fino a creare un paracadute da 100 miliardi di euro.
«Le ultime 24 ore sono state un successo», ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso durante una conferenza stampa in mezzo alla notte. Il benestare dei 27 alle misure economiche è giunto dopo un incredibile e inatteso round negoziale. Nella mattinata di giovedì Parlamento, Consiglio e Commissione avevano trovato finalmente un’intesa sul bilancio comunitario 2014-2020, già approvato dai governi in febbraio ma che necessitava del benestare anche parlamentare.
Le richieste del Parlamento per dare il suo accordo – più flessibilità nel gestire gli ammontari tra una posta e l’altra – hanno provocato le incertezze della Gran Bretagna che ha voluto essere sicura che nulla sarebbe cambiato nella sostanza, soprattutto per quanto riguarda lo sconto di cui gode Londra. Ieri sera i diplomatici dei 27 hanno verificato numeri alla mano che le cifre non venissero modificate, creando incertezze sull’esito finale del vertice che terminerà oggi alla fine della mattinata.
«Le misure economiche decise dai governi si basano sul prossimo bilancio comunitario – spiegava ieri sera un alto diplomatico europeo prima che si trovasse un accordo –. Senza una intesa sul bilancio il pacchetto occupazione e il pacchetto Pmi non possono né entrare in vigore né tanto meno essere approvate». A questo punto, la doppia partita è terminata. Inizia un altro capitolo: la messa in pratica delle misure economiche in modo che abbiano realmente successo.
Il Sole 24 Ore – 28 giugno 2013