Una risposta comune europea contro le epidemie di malattie animali come l’influenza aviaria e la peste suina africana. Questo l’obiettivo delle nuove norme approvate dall’Europarlamento sotto forma di regolamento, che puntano sulla prevenzione e dovrebbero aiutare i professionisti del settore a restare al passo con i progressi della scienza in materia. La ratio dei provvedimenti è quella di collegare la salute e il benessere degli animali con la salute dell’uomo.
E questo legame diretto secondo Strasburgo aiuterà a combattere la crescente resistenza antimicrobica e permetterà alle autorità di concentrarsi di più sul controllo e sulla prevenzione delle malattie animali trasmissibili all’uomo. Il provvedimento dell’Europarlamento ha accorpato circa 40 atti legali, e va incontro anche alla richiesta della Commissione di monitorare l’effettivo utilizzo di antibiotici su animali negli Stati membri. Sarà perciò pubblicato regolarmente un rapporto comprensivo di dati facilmente comparabili. Le nuove norme fanno chiarezza anche sulle responsabilità di agricoltori, commercianti e professionisti del mondo degli animali, inclusi veterinari e proprietari di animali domestici.
La Commissione potrà adottare anche misure urgenti per contrastare le malattie emergenti che potrebbero avere un «impatto altamente significativo» sulla salute pubblica e sulla produzione agricola. E potrà farlo con la collaborazione diretta delle organizzazioni degli agricoltori e dei veterinari, e dei movimenti per il benessere degli animali. Tutte le misure di controllo delle malattie dovranno avere come obiettivo il benessere degli animali, ed evitare agli animali selezionati (compresi gli animali randagi), qualsiasi tipo di dolore, angoscia o sofferenza. Tra le novità anche una norma che autorizza la Commissione a richiedere agli Stati membri di dotarsi di banche dati nazionali per la registrazione di cani, gatti e altre specie di animali. Il nuovo regolamento sarà applicabile, però, solamente tra cinque anni. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito dell’Europarlamento.
Paolo Bozzacchi – ItaliaOggi – 11 marzo 2016