Ha vinto l’uomo dell’Università, «del fare» e della continuità. A prendere in mano le redini della Sanità veneta, dopo le dimissioni di Domenico Mantoan passato alla guida dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali il 29 ottobre scorso, sarà Luciano Flor, attuale direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova. Il suo nome era nell’aria da almeno un mese ma la nomina a dg dell’area Sanità e Sociale in Regione è stata ufficializzata ieri dal governatore Luca Zaia, che qualche settimana fa aveva annunciato: «Immettere un esterno nel Sistema sociosanitario veneto, unico nel suo genere, in questo drammatico momento storico sarebbe come azionare un detonatore».
Il presidente del Veneto non aveva poi fatto mistero di prediligere un medico come successore di un altro medico: «Ringrazio il dottor Mantoan per il lavoro svolto in questi dieci anni, ha segnato la storia della nostra sanità. Per due mesi siamo rimasti senza di lui e senza il vice, Claudio Costa (nominato capo del personale dalla Regione Piemonte, ndr ), e nonostante i molti curricula giunti in seguito all’avviso pubblico da noi lanciato ma non vincolante, invece di un manager ho preferito un medico, che può dare un quid in più. Flor è anche un uomo di esperienza, è stato direttore sanitario delle Aziende ospedaliere di Padova e Verona, che conosce nei dettagli, vanta un curriculum di altissimo livello nella sanità pubblica, ha ottenuto ottimi risultati a Padova rimettendo in moto l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale, quindi nella situazione attuale rappresenta la migliore soluzione. Ripartire da zero con un estraneo sarebbe stato molto problematico».
Ieri il manager trentino, 62 anni, ha firmato un contratto da 272mila euro all’anno più premio, come gli altri dirigenti di vertice a Palazzo Balbi, e oggi prende servizio. Cade dunque l’interim di Gianluigi Masullo, capo del Bilancio che ha retto il trono vacante finora. Dopo un «indipendente» e «innovatore» come Mantoan (sue le idee di Azienda Zero, della riduzione delle Usl da 21 a 9 e non a 7, sue le schede ospedaliere, le Reti oncologica, di Breast Unit, di Stroke, l’ultimo Piano Sociosanitario, l’associazione tra medici di base nelle Medicine di Gruppo), ora la Regione punta sulla gestione controllata garantita da Flor. «Oltre a dover affrontare la grande sfida del Covid-19 e a gestire un settore in crescita, sarà chiamato a potenziare il Sociale, altrettanto importante», avverte Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità. Tutti gli altri direttori generali delle nove Usl, dell’Azienda ospedaliera di Verona e dell’Istituto oncologico veneto il 31 dicembre decadranno dall’incarico per diventare commissari delle rispettive aziende fino a fine febbraio, compresi coloro che hanno già i requisiti per andare in pensione. Dopodiché Zaia procederà alle nuove nomine: «Potrebbero essere rivalutati alcuni dei curricula arrivati. Ma adesso sarebbe assurdo cambiare posizioni e ringrazio i dg che, pur entrati in pensione, hanno deciso di restare, cioè Antonio Compostella (Usl Polesana), Domenico Scibetta (Usl Euganea), Adriano Rasi Caldogno (Usl Dolomiti) e Bortolo Simoni (Usl Pedemontana)».
Quanto al successore di Flor in Azienda ospedaliera a Padova, è ormai certo il nome del direttore sanitario Daniele Donato, anima della gestione dell’emergenza pandemica e dell’organizzazione generale «sul campo» da dieci anni. Anche lui verrebbe nominato commissario, dato che ha l’età per la pensione. «Provvederemo nel giro di due-tre giorni alla nomina di un commissario, dedicato allo svolgimento delle pratiche per il nuovo ospedale — precisa il governatore —. Flor ha svolto un lavoro ciclopico, con la Regione accanto, e ha portato a termine la prima fase. Ora serve un tecnico che prosegua l’iter».
Soddisfatta l’Università di Padova, che cinque anni fa aveva fortemente voluto Flor, strappandolo al comando della sanità trentina. «Ottima scelta — dice il rettore Rosario Rizzuto — in questi anni ho collaborato con lui e ne ho apprezzato la competenza, la visione ambiziosa e la sensibilità istituzionale. Con lui l’Azienda ospedaliera è cresciuta, ne ha valorizzato le eccellenze, ed è stata di esemplare efficacia nella gestione della pandemia. In più il progetto del nuovo Polo della Salute ha preso corpo: stimolante il lavoro congiunto per la definizione dei contenuti di un policlinico disegnato sui progressi della medicina e proiettato nel futuro». «Flor è la persona più adatta a rivestire il nuovo ruolo — conferma il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina di Padova — per l’esperienza di alto livello e per la conoscenza della sanità veneta che vanta. E’ un uomo di grande equilibrio, che quando si assume un impegno lo porta a termine e sa lavorare in squadra, non crea divisioni». E proprio la sua capacità di fare da «collante» tra Ateneo e Regione, dopo anni di rapporti non proprio idilliaci, è risultata una delle carte vincenti. Insieme alla diplomazia.
Il Corriere del Veneto