L’invito della Rete che diffonde tra commenti ironici il menu dei senatori
MILANO -«Andiamo a mangiare tutti lì?». L’«onorevole» menu spopola su Internet. Che i pranzi dei nostri politici facessero invidia, come costo s’intende, alle mense francescane si sapeva da tempo. Eppure fa una certa impressione vedere stampati nero su bianco, anzi blu su giallo, gli euro che i senatori (ma anche i giornalisti parlamentari) sono «costretti» a sborsare al ristorante di Palazzo Madama. Qualche esempio? Un piatto di spaghetti alle alici: 1 euro e 60 centesimi. Avete ancora fame? E allora buttatevi sul fresco pesce spada alla griglia, tanto bastano solo tre (3!) euro e 55. La realtà di lusso, simile situazione anche a Montecitorio, è stata svelata dal deputato dell’Idv Carlo Monai, attraverso il settimanale l’Espresso.
I COMMENTI – Ora però ci pensa la Rete a scherzarci sopra: «Un po’ troppo caro per le mie tasche…». I commenti ironici e gli sfottò si sprecano: «Chissà se ai peones come me è possibile abbonarsi. Tre persone con meno di € 100 mensili mangiano ben serviti! Se po’ fa!». In tempo di nuove misure economiche e di sacrifici per tutti c’è chi invoca la mannaia e chi fa notare che «ad integrare la differenza ovviamente ci pensano le tasse dei cittadini» (siamo in attesa della risposta dell’ufficio stampa, ndr). E non manca chi vuole investigare: «Lo scandalo sarà conoscere l’integrazione a carico del Senato. Chi è a conoscenza dei prezzi, li pubblichi ed allora potremo veramente indignarci!». Ma c’è anche chi non accetta il confronto: «Per un panino, una bottiglietta d’acqua e un caffè non spendo mai meno di 6 euro. Ma un po’ di vergogna non l’avete?». La Rete, con il suo carattere irriverente e dissacratorio, ha fatto centro ancora una volta. Quella carta, in pochi minuti, è diventata cento, mille, diecimila menu. E replicato impietosamente a futura memoria. Portandosi un dubbio perenne: «Ma non sarà troppo pagare 52 centesimi per pane e servizio di camerieri in livrea?».
LA RETROMARCIA DEL SENATO – Una volta ancora, però, la Rete si fa sentire anche nei palazzi del potere. Nel pomeriggio di giovedì, l’ufficio stampa del Senato ha annunciato «che in sede di approvazione del bilancio interno è stato approvato un ordine del giorno specifico (G100) che intende porre a carico degli utenti del ristorante del Senato il costo effettivo dei pasti consumati». Della cosa si è interessato il presidente del Senato, Renato Schifani in persona, che «ha già invitato i senatori questori ad assumere nel più breve tempo possibile tutte le necessarie iniziative e decisioni».
Corriere.it – 12 agosto 2011