di Roberta Bassan. «The people who say it is secret don’t like it. Chi dice che il negoziato è segreto non lo vuole e non è d´accordo». Lo afferma l’ambasciatore Charles Ries che, del resto, è uno dei primi fautori del Ttip, il trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti in corso di negoziato tra l’Unione europea e gli Usa e ancora oggi di fatto, per molti aspetti, avvolto nel mistero.
Ries è ritenuto uno dei più titolati a parlarne, non a caso il console generale degli Stati Uniti a Milano lambasciatore Philip Thomas Reeker lo ha definito «uno dei maggiori esperti di commercio internazionale» e lo ha chiamato in Italia per parlare del tema. Ieri era a Vicenza, unica tappa a Nordest, in un affollato incontro promosso dall´associazione culturale “11 Settembre” ospitato da Confindustria, presente al tavolo dei relatori anche il presidente Giuseppe Zigliotto.
Ambasciatore Ries, perchè proprio lei?
Ho 31 anni di carriera diplomatica, dal 2000 al 2004 sono stato il numero due al Dipartimento di Stato Usa incaricato ai temi europei, sono stato uno dei negoziatori del Nafta, il trattato con Canada e Messico, nel 2009 ho scritto un articolo, che fa parte di un libro, dicendo che era il momento di realizzare un trattato di libero scambio tra Usa e Ue.
Sono passati 5 anni, a che punto siamo con il Ttip?
Questa settimana si apre il settimo round. Il primo è iniziato a luglio 2013, una deadline ancora non c´è. Prima di allora Usa e Ue hanno formato un gruppo di lavoro di alto livello che ha esaminato a fondo la questione e si è posto il tema se questo negoziato doveva di fatto cominciare. Il rapporto di questo gruppo, che definisce contesto e risultati attesi, è pubblico. Così come, dopo ogni round, viene redatto un rapporto pubblico. Una trasparenza così non c´è mai stata prima, neppure nel Nafta.
Eppure la nuova commissaria Ue per il commercio internazionale Cecilia Malmstrom ha auspicato una revisione complessiva nel segno della trasparenza. Cosa pensa?
I fatti dimostreranno che questo è il negoziato più trasparente mai avuto, ma serve un giudizio complessivo.
Gli Usa sono già di fatto il terzo mercato export per il Veneto, cosa aggiungerà il Ttip?
Il mercato diventerà più grande. La commissione Ue ha stimato che grazie al Ttip il Pil della Comunità europea crescerà di 120 miliardi di dollari e quello Usa di 90 miliardi e questo risultato varrà mezzo punto percentuale di crescita economica. Il Ttip renderà più democratici gli scambi commerciali dando a tutti la possibilità di vendere i propri prodotti in modo diretto, aprendo un mercato di 350 milioni di potenziali nuovi clienti. Non è un accordo per le multinazionali, come c´è chi vuol far credere.
Quali saranno i vantaggi per le Pmi, in particolare quelle di “taglio” veneto?
Esse saranno le più avvantaggiate. Oggi ci sono ostacoli burocratici, svalutazione, una mole di documenti che rendono virtualmente impossibile il libero scambio. Con il Ttip si potranno vendere i prodotti sul mercato americano senza tariffe e per la maggior parte dei beni in modo diretto. Ci sono poi settori come abbigliamento, calzature, articoli in pelle che hanno dazi del 10-15%: l´aspetto tariffario dell´accordo avrà molta importanza per l´eliminazione delle accise sui beni scambiati.
I marchi di origine sono tra i punti di forza dei nostri prodotti agroalimentari, peraltro spesso imitati anche negli Usa. Cosa cambia col Ttip?
L´Ue ha chiesto che gli indicatori geografici siano trattati nel Ttip, tra l´altro l´Europa non riconosce nessuno di quelli indicati negli Stati Uniti. Bisognerà avere un approccio pragmatico ed evitare che i consumatori siano ingannati, il negoziato è in corso.
Gli Usa autorizzano gli Ogm, l´Europa no. Cosa rischiamo?
Il dibattito, indipendentemente dal Trattato, va avanti da 20 anni. Sulla sicurezza degli Ogm hanno risposto gli scienziati: nessuno è mai morto. L´accordo non obbligherà nessuno a mangiare prodotti che non si vogliono mangiare.
Quali vantaggi per per gli Usa dal Ttip?
Migliorare l´accesso al mercato, vendite dirette, scambio di servizi. Quello che ci interessa molto è però la crescita dell´Europa: la sua stabilità è positiva anche per la comunità atlantica.
Il Giornale di Vicenza – 1 ottobre 2014