“Ho presentato un’Interrogazione parlamentare affinché i veronesi che bevono l’acqua contaminata sappiano la verità”. Lo ha detto il deputato Pd Vincenzo D’Arienzo, aprendo una piccola frattura all’interno del suo stesso partito, in merito all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche riscontrato anche in provincia di Verona.
“Sui limiti PFAS mi aspettavo una decisione diversa, più aderente alla realtà – spiega –. Non comprendo le ragioni per le quali non sono stati fissati i limiti per i PFAS. Spero ci sia una motivazione scientifica inossidabile a supporto del superamento delle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, altrimenti sarebbe incomprensibile. Anche dopo il decreto del Ministro i nodi restano: le sostanze perfluoroalchiliche a catena lunga (ovvero PFOS e PFOA) non sono sono più utilizzate, e per loro è stato fissato il limite, mentre quelle a catena corta (gli PFAS appunto) risultano tuttora in produzione, ma il Ministero ha lasciato perdere i limiti. È vero che il limite fissato per la presenza del contaminante PFOA+PFOS nelle acque potabili è pari a 6 mila ng/l, ma va ricordato che quel limite delle acque in uscita dallo scarico del depuratore nella zona contaminata in precedenza era fissato a 15.000 ng/L.
Non ho capito la scelta del Ministero e ho presentato un’interrogazione perché è giusto che i veronesi sappiano le ragioni e le basi scientifiche per le quali per i limiti PFOA+PFOS non sono state seguite le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e quelle per le quali non sono stati indicati limiti per le altre sostanze PFAS”.
Sull’argomento, nei giorni scorsi, erano intervenuti duramente anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle, parlando di un “regalo per chi inquina”.
“A questo proposito – conclude D’Arienzo – ho chiesto di chiarire se ciò è avvenuto perché i limiti per quelle sostanze sono già stati fissati dalla Regione Veneto con il Decreto del Direttore della Sezione Tutela Ambientale n. 37 del 29 giugno 2016. Per quanto mi riguarda, quel limite resta in vigore anche senza la copertura ministeriale. Ho chiesto anche se il limite fissato dal Ministero su PFOS e PFOA può essere utilizzato per avviare o meno un’eventuale operazione di bonifica della zona contaminata. Spero ci sia chiarezza per definire una situazione che sta allarmando migliaia di cittadini ai quali è giusto dire come stanno per davvero le cose”.
veronasera.it – 15 settembre 2016