Arriva la conferma definitiva sulla possibilità per i dipendenti pubblici in regime di Tfs di esercitare fino al 2020 l’opzione al Tfr e iscriversi alla previdenza complementare. Il 25 maggio scorso è stato sottoscritto tra Aran e sindacati il «Contratto collettivo nazionale quadro» che ha di nuovo prorogato il termine dell’articolo 2, comma 3, dell’Aqn 29 luglio 1999 in materia di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare per i dipendenti pubblici. A quattro mesi dall’Ipotesi di accordo siglato il 15 gennaio scorso, l’Agenzia della rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e i rappresentanti di 12 organizzazioni sindacali hanno firmato in via definitiva la nuova intesa che ha differito al 31 dicembre 2020 il termine del 31 dicembre 2015 fissato da ultimo dall’Aqn del 29 marzo 2011: il personale della Pa in regime di trattamento di fine servizio (Tfs) ha dunque altri cinque anni per continuare a esercitare l’opzione al Tfr (trattamento di fine rapporto) e iscriversi ai fondi di previdenza complementare negoziali. Il testo
Le proroghe
Dal primo accordo siglato nel 1999 che aveva fissato la scadenza al 31 dicembre 2001, in questi ultimi 12 anni si sono susseguiti quattro rinvii del termine necessari a perfezionare «le iniziative per l’istituzione dei Fondi pensione complementare per i pubblici dipendenti».
La campagna d’informazione
Le parti in questi ultimi anni si sono attivate per intensificare la campagna di informazione sui fondi pensione (PerseoSirio per i dipendenti di Pa e Sanità ed Espero per il personale della scuola) tanto che nella dichiarazione congiunta n. 2 allegata all’accordo del 25 maggio viene condiviso l’intento di adottare nuove iniziative per accrescere la cultura previdenziale e rafforzare la comunicazione delle amministrazioni pubbliche indirizzata a tutto il personale della Pa ma in modo particolare ai neoassunti.
La verifica dell’accordo
Ecco dunque che nella dichiarazione congiunta n. 1 viene ribadita la necessità «di valutare nuovi strumenti e modalità atti a incentivare l’iscrizione ai fondi pensione negoziali» oltreché vagliare «le conseguenti, necessarie innovazioni della disciplina sulla previdenza complementare».
Una intesa dunque che Aran e sindacati si sono impegnati a tenere sotto constante osservazione: entro un anno dalla sottoscrizione – come sottolineato nel comma 2 dell’articolo unico – le parti si confronteranno per verificare l’attualità dei contenuti ma anche delle disposizioni contrattuali di previdenza complementare.
IL COMUNICATO COSMED
Anche gli assunti prima del 2001 potranno iscriversi volontariamente fino al 2020
Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri e della Corte dei Conti è stato siglato definitivamente in Aran il 25 maggio 2016 l’accordo interconfederale che consente agli assunti prima del 2001 di convertire il TFS in TFR e di conseguenza di iscriversi al Fondo Perseo. Tale facoltà scaduta il 31 dicembre 2015 è stata prorogata al 31 dicembre 2020. Nessuna innovazione per gli assunti dopo il 2001 che continuano a poter aderire, volontariamente, alle medesime condizioni al Fondo negoziale Perseo-Sirio.
L’ipotesi di accordo era stata sottoscritta il 15 gennaio scorso. Hanno sottoscritto l’accordo allegato tutte le confederazioni tranne due. Cosmed ha accolto con soddisfazione la definitiva proroga all’adesione al fondo negoziale, l’unico che prevede il contributo del datore di lavoro. Questa proroga consente agli interessati di approfondire la previdenza integrativa senza scadenze pressanti e con un adeguata informazione. Tuttavia se si vuole veramente lanciare la previdenza integrativa occorre abolire la norma che obbliga gli aderenti al fondo a conferire una parte o la totalità della liquidazione maturanda. Infatti gli assunti prima del 2001 devono conferire il 28% della liquidazione maturanda al fondo, mentre gli assunti dal 2001 devono conferire la totalità della liquidazione che si matura dopo l’adesione al fondo. Questo obbligo ha costituito un freno allo sviluppo della previdenza integrativa, strumento necessario per integrare le pensioni e per creare un pilastro finanziario con un rilevante peso sociale.
In tutte le società avanzate i fondi pensione costituiscono un elemento che può condizionare ed indurre atteggiamenti virtuosi nelle economie dei Paesi. Infine mancano norme attuative per l’equiparazione del regime fiscale dei dipendenti pubblici in materia e per l’anticipo del TFR anche per i dipendenti della P.A.
Ci impegneremo affinché la prossima finanziaria consenta questa importante innovazione.
Da Sole 24 Ore e Cosmed – 27 maggio 2016