L’apertura al capitale esterno e la possibilità di avere azionisti di maggioranza non iscritti agli albi crea allarme nelle categorie
Convocare tutte le categorie professionali in un’unica manifestazione non sembrava un progetto semplice: concorrenze, vecchie ruggini e nuove rivalità rendevano l’obiettivo abbastanza improbabile. E invece il progetto si realizzerà giovedì prossimo, 1° marzo, con il «Professional Day». Una sorta di giornata dell’orgoglio per i professionisti italiani chiamati a testimoniare quello che amano definire il «valore sociale» delle professioni. Oppure, secondo gli oppositori, una grande adunata di corporazioni chiamate a difendere il fortino dei propri privilegi. Sul tavolo c’è il piano di liberalizzazioni varato dal governo Monti e non del tutto gradito alle professioni. «Ma questa non è una manifestazione contro – precisa Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro e del Comitato Unitario delle Professioni – L’apporto dei professionisti italiani all’economia e alla crescita del nostro paese è sotto gli occhi di tutti ed è giusto sottolinearlo, anche con proposte di riforme utili per i cittadini».
Quella di giovedì sarà una manifestazione strutturata su largo raggio e che radunerà virtualmente centinaia di migliaia di professionisti. A quelli che saranno presenti nelle circa 150 sedi organizzate a livello territoriale, si aggiungeranno tutti coloro che parteciperanno con vari mezzi multimediali. Una trasmissione diretta in streaming (su corriere.it ), un canale televisivo tematico ( Class CNBC), decine e decine di siti; e poi ipad, email, sms, facebook: tutti i mezzi della comunicazione del terzo millennio saranno utilizzati per mettere in contatto i professionisti italiani dai loro luoghi di lavoro con l’evento che si svolgerà a Roma.
In tutte le città italiane sono state organizzate sedi e punti di incontro per agevolare la visione dell’evento che comincerà in diretta nazionale alle 10,30; ma che avrà sin dalle 9 del mattino prologhi in sede locale dove sono stati dibattiti e pubblici confronti, ma anche gazebo per la distribuzione di volantini. E la partecipazione più massiccia è prevista da parte dei giovani. «Sono oltre il 50% dei 2.300.000 iscritti agli Ordini – precisa la presidente Calderone – e sono quelli che più di tutti possono testimoniare come essere professionisti è una scelta di vita che non da privilegi e rendite di alcun genere. Anche questi falsi miti che si sentono e si leggono sono da sfatare. Lo faremo con le proposte utili al Paese per crescere». Il tema che sarà al centro della discussione sarà «la sicurezza», che può essere declinato e coniugato in mille modi: sicurezza del lavoro e sul lavoro, sicurezza alimentare, sicurezza fisica, sicurezza sanitaria, sicurezza economica e via via, mille altre accezioni.
Ma sicurezza è anche quella che chiedono i professionisti per il futuro dei loro studi perché a impensierirli maggiormente sono le società professionali: l’apertura al capitale esterno e la possibilità di avere azionisti di maggioranza non iscritti ad alcun albo professionale ha fatto scattare l’allarme in tutte le categorie. E l’appello sembra essere stato accolto visto che il governo ha corretto il tiro portando al 33% la soglia massima di partecipazione di capitale esterno all’interno degli studi professionali.
Ovviamente, lo scopo ultimo del «Professional day» è ribadire la valenza del sistema ordinistico quale tutela del cittadino e delle prestazioni che deve ricevere. «La prima sicurezza è quella di essere adeguatamente assistiti da professionisti seri, capaci, eticamente corretti e tecnicamente formati. E questo può avvenire solo all’interno del sistema di controllo fornito dagli Ordini Professionali». Su quest’ultimo concetto però non tutti i membri dell’attuale esecutivo sono d’accordo. Ma la sensazione è che la diversità di vedute non produrrà uno scontro ma un’italica trattativa.
Isidoro Trovato – Corriere della Sera – 28 febbraio 2012