«E’ inaccettabile che la giunta Zaia tagli 22,7 milioni alla sanità della Marca. Roma ha stanziato 2 miliardi in più, la stessa Regione altri 170 milioni, i conti non tornano. Né in provincia possono esserci 6.318 posti letto per anziani, ma solo 5.200 impegnative». Il Pd va all’attacco sulla nuova sanità trevigiana, difende il modello socio sanitario nato da un patto fra Dc e Pci (chiudendo gli ospedali pedemontani e liberando risorse per le comunità.
Lo ha fatto con un convegno al Galletto, mercoledì sera, con la relazione del consigliere regionale Claudio Sinigaglia, autore della controriforma che in Regione ha strappato alla giunta Zaia, con il sostegno di parte del centrodestra ma soprattutto dei sindaci di tutti i partiti, la difesa delle conferenze dei sindaci e dei coordinatori sociali. Senza contare le «migliorie sull’aumento dei posti letto, i miglioramenti delle liste d’attesa e gli ospedali di comunità». La serata, moderata da Nicolò Rocco, delegato comunale alla sanità, ha visto gli interventi di Claudo Beltramello, Giorgio Troncon, Ubaldo Scardellato, Luciana Fastro, Silvio Tessari.
Il Pd trevigiano costituirà un gruppo di lavoro provinciale, e annuncia battaglia dalle conferenze dei sindaci ai consigli comunali, per la difesa dei servizi territoriali. «Saremo presenti in vista degli atti aziendali, dei piani sociosanitari e sui piani di zona, contro ogni logica economica della prestazione, ma per la difesa della presa in carico dei disagi, dei problemi, delle malattie».
«Gravissimo», è stato detto, «che la Regione punti a far venir meno i presidi sul territorio, come fanno presagire la volontà di bloccare le assunzioni di assistenti sociali e di unificare dipendenza e centri di salute mentale». E Sinigaglia ha lanciato già l’allarme sul futuro del modello veneto, ricordando come «nel giro di 5 anni, siano destinati a mancare 1000 medici in tutta la regione»
Durissimi gli attacchi al «duce» Mantoan, all’azienda zero, alla centralizzazione voluta da Zaia. Ma c’è stato anche chi ha chiesto provocatoriamente se l’unificazione delle Usl porti vantaggi scientifici e tecnici, e se non crei ulteriore burocrazia e stratificazioni di livelli decisionali. Il sindaco Giovanni Manildo e il segretario del capoluogo Andrea Michielan hanno evidenziato come «la sanità sia tema cruciale, che impegna l’amministrazione di Treviso anche per il progetto del nuovo ospedale» . Infine, attacchi molto duri alla logica politica-territoriale delle nuove Usl, specie le 2 non provinciali di Bassano e San Donà, «nate senza criteri di efficienza».
Tribuna di Treviso – 29 gennaio 2017