«Prima che la commissione regionale assuma ogni decisione, incontrerò il presidente Luca Zaia, perché siano chiare le precise richieste di Venezia». Lo annuncia il sindaco Giorgio Orsoni.
Con il presidente Zaia ha in sospeso due temi caldi: sanità (sulla quale Zaia e l’assessore Coletto hanno sempre promesso il riconoscimento di Venezia) e trasporti. Dopo mesi di discussioni anche laceranti, manifestazioni di piazza, ordini del giorno in Comune giovedì la V commissione regionale licenzierà il Piano socio sanitario regionale, che manca da 16 anni. Per quanto riguarda Venezia – all’inizio ridotta di fatto a presidio sanitario – l’ultima versione (datata 22 marzo) chiarisce che «l’ospedale di Venezia è un ospedale di rete», «i presidi ospedalieri hanno dotazione minima composta da pronto soccorso e specialità di base e di media complessità, servizi di diagnosi e cura. Le specialità di otorinolaringoiatria e di oculistica avranno dimensione sovraziendale. Saranno previsti posti letto per le urgenze di gastroenterologia». Inoltre, «per la città di Venezia, data la sua unicità della seconda, si prevedono modalità di finanziamento a funzione dedicate, al fine di garantire ai cittadini pari opportunità di accesso ai servizi socio-sanitari». Tutto risolto, dunque, per il futuro del Civile? «Per niente», ribascisce il Forum Emergenza sanità Venezia (composto da Municipalità di Venezia, social network e 36 associazioni), ieri in audizione commissione comunale. Quattro le richieste avanzate dal Forum: approvazione rapida del piano regionale, ma accompagnato dalle schede ospedaliere complete per avere certezza di dotazioni, trasparenza nell’uso dei fondi destinati all’”unicità” di Venezia (per trasporti, anzianità della popolazione, flusso turistico), chiarezza sul ruolo della sanità privata con «servizi complementari e non supplettivi» a quella pubblica. In particolare – hanno ricordato a più voci Michela Scibilia, Matteo Secchi, Mario Novarini, Salvatore Lihard a nome del Forum e il presidente di Municipalità Viero – «Venezia non può subire ulteriori spoliazioni di sanità, ma deve avere un’offerta adeguata a quella che ricevono gli abitanti di Padova, Treviso e Verona». Dunque, il Civile – come chiesto anche dalla Consulta Sanità – dovrà prevedere anche specialità oggi presenti al Civile, ma non tra le dotazioni degli ospedali di rete: così per Ematologia, Fisiopatologia respiratoria, Farmacia, Gastroenterologia, Medicina nucleare, Oculistica, Odontostomatologia, Trasfusionale, Terapia antalgica, Dermatologia, Dialisi,Malattie infettive, Oncologia medica, Otorinolaringoiatria, Radiologia, Radioterapia, Reumatologia. Da qui la necessità delle schede ospedaliere, anche per sapere dove saranno tagliati i 377 posti letto oggi in più rispetto ai 4 ogni mille abitanti previsti dalla norma. «Ogni partito chiederà ai propri consiglieri in Regione di attivarsi in tal senso», ha risposto il presidente Guzzo, «mentre come commissione approfondiremo il tema dei trasporti tra Venezia e l’ospedale all’Angelo e quello del blocco dei lavori al padiglione Jona».
La Nuova Venezia – 4 aprile 2012