L’ospedale civile di Venezia torna di primo livello
L’ospedale Civile di Venezia grazie a un disegno di legge della giunta regionale tornerà a fregiarsi della qualifica di presidio ospedaliero di primo livello. Il documento approvato costituisce una modifica del piano sociosanitario 2019-2023. Nello specifico si tratta di un comma 3bis dell’articolo 7, che recita: «L’ospedale del centro storico di Venezia è classificato come presidio di primo livello, tenuto conto che il bacino d’utenza di afferenza dell’ospedale è comprensivo, oltre che della popolazione del territorio insulare, anche della forte presenza turistica e della mobilità urbana giornaliera, e considerate le peculiari e disagiate condizioni geomorfologiche e insulari, in conformità all’articolo 15, comma 3, dello Statuto del Veneto».
Zaia: «Impegno mantenuto»
«Appena è apparso il problema, legato alla normativa nazionale sulle caratteristiche che determinano le qualificazioni degli ospedali, – ha spiegato il governatore Luca Zaia – ho chiesto un lavoro tecnico giuridico urgente, ma approfondito, per individuare una norma che risolvesse la questione, e consentisse di dare al Civile di Venezia il rango che merita. Era un impegno che avevamo preso da subito e che siamo riusciti a mantenere in fretta, trovando la chiave giuridica che supportasse il ritorno del nosocomio a presidio ospedaliero di primo Livello».
In particolare, nella relazione si evidenzia come oltre agli 80.726 residenti, va conteggiata anche la presenza turistica giornaliera media (che arriva a 44.900 presenze in agosto) e la popolazione che si reca a Venezia per studio o lavoro (tra le 10mila e le 20mila persone). La sola popolazione universitaria è di circa 25mila studenti, ai quali vanno aggiunte migliaia di lavoratori. Nella relazione si specifica inoltre che il Civile è dotato di tutte le specialità previste dal DM 70 per delineare una struttura di primo livello, tra le quali il pronto soccorso, l’emergenza-urgenza per le maggiori complessità e osservazione breve intensiva. Alle motivazioni tecniche, sia aggiungono le condizioni geomorfologiche del territorio di riferimento e della popolazione all’interno dello stesso, con criticità nella mobilità urbana, tali da rendere complessa la gestione dell’urgenza-emergenza, in virtù delle difficoltà e dei tempi dei collegamenti con la terraferma.