Giù le mani da M49. Nessuno tocchi il plantigrado. Sulla pelle dell’orsa trentina, presunta colpevole di scorribande assai moleste, in queste ore si combatte una battaglia istituzionale senza precedenti. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa contro il presidente della Provincia autonoma di Trento. Poi il presidente Maurizio Fugatti contro il ministro. Il presidente della Provincia eletto meno di un anno fa in quota Lega era stato il primo a lanciare la sfida: «Non vogliamo attendere il rischio di un attacco all’uomo. Ho comunicato alla Giunta l’ordine di cattura. Se il ministero non dà risposte le daremo noi. Mi assumo tutte le responsabilità». Il ministro Costa gli risponde eccome via Facebook, che non sarà la più istituzionale delle strade ma di sicuro è la più veloce: «Il Presidente della Provincia di Trento non può dare l’ordine di cattura. I tecnici ci devono dire se M49 è veramente pericolosa. Se si avvicinerebbe a una casa abitata o a una scuola. Se no è una forzatura. Ci vuole un parere tecnico e poi una delibera del Prefetto». Controreplica fulminante di Maurizio Fugatti. «Nessuno strappo istituzionale. Garantire la sicurezza di cittadini e allevatori a questo punto è un dovere è primario».
Come finirà si vedrà. Basta che non finisca come Daniza, l’orsa che nel 2014 doveva essere catturata come M49 e venne invece uccisa da una dose letale di narcotico. Morte accidentale di un plantigrado, si disse allora. Con gli ambientalisti sul piede di guerra, ieri come oggi. In difesa di M49 e a fianco del ministro si schiera l’Enpa Ente Protezione Animali: «Grande apprezzamento per il ministro. M49 non è un orso pericoloso. Per eventuali danni ci sono sempre i risarcimenti». Ma la guerra con gli orsi in Trentino non è cosa nuova. Si avvicinano spesso alle abitazioni. I boschi anche attorno al capoluogo sono disseminati di cartelli, ma poi c’è qualche turista che si dimentica e avvengono incontri ravvicinati. Pure troppo.
Dicono che M49 anche la notte scorsa abbia cercato di entrare in una malga delle Valli Giudicarie. Dal 27 agosto dell’anno scorso quando è stata catturata e radiocontrollata è costantemente monitorata. Come una criminale con braccialetto elettronico si sa tutto di lei. Ogni spostamento. Di sicuro M49 è stata l’autrice di stragi di mucche e pecore nelle zone del Chiese e della Bassa Rendena. Poi le attribuiscono incursioni ad Arco, Valdaone, Strembo, Pieve di Bono, Tione, Sella Giudicarie e Porto di Rendena. Antonello Ferrari, un allevatore della Val di Breguzzo giura che era M49 l’orsa che si era infilata nella sua malga. Silvio Martinatti di Arco dice di averla vista una settimana fa nel suo pollaio e lei non è scappata nemmeno a sparare in aria: « Aveva le unghie che spuntavano dalla rete che ci divideva. Mi guardava fisso con una testa grande così. Ho chiamato i forestali ma mi hanno detto che poteva essere un cucciolo. A me sembrava proprio grande. Prima che mi distruggesse il pollaio ho sparato due colpi in aria con la mia pistola ma lei non si è mossa. Se ne è andata quando sono arrivati i forestali e hanno sparato in aria con il fucile. Mi hanno detto che era proprio lei».
In Trentino ci sono in questo momento 39 orsi accertati. Potrebbero essere tra i 60 e gli 80 giurano dalla Forestale. Ma si sa come vanno queste cose. Di M49 ce n’è una, tutti gli altri son nessuno. Giurano dalla Provincia con un tono un filo sessista: «Questa femmina si è resa protagonista fino ad oggi dell’80 per cento dei danni causati dai grandi carnivori nella nostra area di competenza». M49 sarebbe un’orsa «molto problematica» secondo la definizione delle linee guida trentine. Che non spiegano però, come dice il ministro Costa, se è un orso dannoso che non va catturato, o invece è pericoloso, e allora sì,
La Stampa