Lo ha detto ieri notte a Porta a Porta il ministro della Salute intervenendo sulla vicenda che sta investendo anche il ministro Lupi, collega di partito di Lorenzin. “Al ministero si dice ‘i ministri passano, i direttori generali restano’. Ed è vero. E quando si provò a cambiare le cose si gridò alla scandalo”. “Possiamo solo farli ruotare e alla Salute lo stiamo già facendo. Ma un ministro non ha alcun potere inquirente sui propri dirigenti”.
“Ministro Lorenzin, lei al posto di Lupi si dimetterebbe?”. La domanda gliela fatta Bruno Vespa ieri notte a Porta a Porta, nello spazio della puntata dedicata al “caso Incalza” e allo spettro dimissioni che pesa sul ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, dopo che sono stati resi noti alcuni stralci delle intercettazioni che in qualche modo lo vedono coinvolto – il ministro non è comunque indagato – con l’ex dirigente del ministero ora sotto inchiesta per tangenti e corruzione.
“Non posso rispondere al posto di Lupi. Ognuno risponde per sé in base alla propria sensibilità e al proprio contesto”, così Beatrice Lorenzin che ha comunque ribadito come non vi sia alcuna accusa nei confronti del ministro Lupi che in ogni caso risponderà alla Camera venerdì chiarendo nel dettaglio la sua posizione.
Ma per Lorenzin il vero problema nella PA e soprattutto nelle sue alte sfere sta nell’inamovibilità della classe dirigente. “Mi piacerebbe avere poteri inquirenti nel mio ministero – ha detto – per capire se un Direttore generale compia bene le sue funzioni, ma non ce l’ho”.
La realtà è ben diversa, spiega Lorenzin. “Un ministro arriva al ministero e si ritrova una sfilza di Direttori generali nominati nel passato, di cui molti senza concorso, e che resteranno direttori generali a vita”. “Con questi signori bisogna governare i processi dell’amministrazione, poi nel caso si liberi un posto, puoi aprire un avviso ed eventualmente cambiare DG”.
“Lo sa cosa si dice nei ministeri, e te lo dicono anche in faccia?”, chiede Lorenzin a Vespa, “si dice che i ministri cambiano e i direttori restano. Questa è la realtà e quando in passato si è provato a cambiare le cose inserendo lo spoil system si gridò alla scandalo sostenendo che i grandi dirigenti pubblici rappresentano la continuità delle istituzioni rispetto al cambio della politica”.
“E invece penso che questo sia sbagliato, perché restare 20 anni in un posto, come nel caso di Incalza, al di là delle accuse che saranno provate o meno, non è una cosa buona per l’amministrazione”. “Ora qualcosa stiamo facendo, e io ho già avviato una rotazione degli incarichi e nel Dl Madia è prevista anche la possibilità di cambi tra un’amministrazione e l’altra. Ma di più, come ministri, non possiamo fare”.
Quotidiano sanità – 19 marzo 2015