È felice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, reduce dal Consiglio dei ministri che ha confermato l’aumento di 2 miliardi per la Sanità. «Sono stata in silenzio per due settimane, dicevano tutti che avremmo tagliato e invece abbiamo aumentato il fondo da 111 a 113 miliardi».
Matteo Renzi ha parlato di un miliardo ballerino fino all’ultimo. È stata dura?«Abbiamo dovuto trovare le coperture, è stato un lavoro di giorni. Ma erano due anni che lavoravamo sugli obiettivi del patto per la salute che Renzi, io e tutto il governo consideriamo cruciali: la salute delle persone e l’aumento della qualità delle prestazioni del sistema sanitario nazionale in modo uniforme su tutto il territorio italiano. Ed è stata anche una vittoria dell’Ncd e di Angelino Alfano».
Una manovra dopo passo, come dice Renzi? «Hashtag giustissimo. Questa legge di stabilità arriva dopo altre manovre che avevano introdotto il patto per la salute, le centrali uniche di acquisto e i costi standard, la norma sui piani di rientro degli ospedaliin deficit su cui si baserà la nuova governance, quella sui direttori generali, amministrativi e sanitari negli ospedali per aumentare meritocrazia e livello di controllo, un grandissimo piano anticorruzione con l’Anac… Abbiamo pure fissato il principio per cui ogni euro risparmiato in sanità va reinvestito in sanità».
E questa manovra? «Ci porta non solo nessun taglio, ma 2 bei miliardi in più. Al pari degli 800 milioni dell’anno scorso vincolati ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) e al nomenclatore delle protesi, 1 miliardo quest’anno è vincolato a obiettivi di salute rispetto a due grandi sfide: l’invecchiamento della popolazione e i nuovi farmaci che danno risultati prima insperati ma sono molto costosi. In particolare, 500 milioni rifinanziano un fondo per gli oncologici fuori tetto della spesa farmaceutica e a regime, non una tantum, poi altri 500 a regime sulla epatite C. In più abbiamo stanziato 300 milioni, di cui 150 subito, per nuove assunzioni e stabilizzazioni dei precari della sanità».
Quanti ne assumerete? «Settemila: 4mila infermieri, anche di più, e circa 3mila medici. Questo fondo non incide sul normale blocco del tum-over nelle regioni attraverso i concorsi, e si somma alla misura della stabilità dello scorso anno che riguardava l’orario di lavoro. Una operazione complessa e articolata».
I medici copriranno prò tempore solo una parte di quelli che sono usciti, molti di più. «È l’inizio di un’operazione sistematica, loro sapevano e gliel’ho sempre detto che non potevamo assumere tutti in un anno. Attraverso un fondo dedicato, dove ogni anno in base ai fabbisogni delle regioni cominciamo a stabilizzare e assumere, c’è un trend non più una tantum ma continuativo».
E il piano vaccini? «Mettiamo da subito più di 100 milioni, e 186 nel secondo anno. Sono molto contenta che Renzi abbia fatto sua questa battaglia di civiltà e salute pubblica per la vaccinazione dei nostri figli. Pensiamo ai bambini che muoiono di pertosse o morbillo ancora oggi, o alle persone a rischio che potrebbero essere al sicuro con un semplice vaccinoantinfluenzale».
Altre misure? «Abbiamo rafforzato la disciplina dei piani di rientro aziendale introdotti con l’ultima stabilità: si applicheranno anche alle aziende ospedaliere universitarie e agli enti pubblici che erogano prestazioni di ricovero e cura che presentano uno scostamento pari al 5 per cento dei ricavi o a 5 milioni di euro in valore assoluto, lo scorso anno era 10 e 10. Insomma, stringiamo le maglie. Vogliamo che le strutture in deficit, anche rispetto ai Lea, ci presentino piani di rientro triennali e se non vengono attuati, il direttore generale salta… Ma salta proprio!».
E la spending review? «Puntiamo sui costi standard. Nel 2017 le amministrazioni pubbliche dovranno comunque ricorrere a Consip. Noi mettiamo 2 miliardi in più, ma nel frattempo il sistema sanitario si sta anche agevolando delle norme sulle centrali uniche di acquisto che stanno dando risultati, nella prima fase il risparmio medio è già di circa il 20 per cento su beni e servizi: sono tanti soldi rimasti dentro le Regioni, risorse che potranno essere reinvestite nelle strutture stesse».
Altro capitolo: la spesa per i farmaci. «Al fondo per gli oncologici seguiranno norme nuove sulla governance del farmaco e tutto questo renderà sempre più sostenibile la spesa. Non solo l’Italia deve continuare ad avere prezzi fra i più bassi in Europa, ma anche l’accesso ai farmaci innovativi dev’essere garantito in modo uniforme sul territorio nazionale. Il nostro piano di eradicazione dell’epatite C e il fondo per gli oncologici innovativi non hanno pari in Europa. Ne beneficeranno migliaia di persone che oggi, a seconda della regione in cui vivono, hanno o no accesso a certi farmaci».
Che altro c’è di importante per la Sanità? «Il fascicolo sanitario elettronico dal 2017 in tutta Italia. Poi c’è un fondo premiale all’interno del fondo sanitario a cui possono accedere le Regioni in piano di rientro se migliorano non i conti ma già le prestazioni, e questo riguarda per esempio Lazio e Campania».
Marco Ventura – Il Messaggero – 16 ottobre 2016