Il miglioramento dello stato complessivo della salute della popolazione, la risposta alle aspettative di salute e di assistenza sanitaria dei cittadini e l’assicurazione delle cure sanitarie a tutta la popolazione costituiscono gli indicatori in base ai quali il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano è considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità uno dei primi in Europa e nel mondo. Ma a livello centrale e periferico dell’organizzazione sanitaria nazionale, serve una serie di interventi strutturali. Il capitolo sulla salute pubblica veterinaria e la sicurezza alimentare
Esordisce così il ministro Beatrice Lorenzin nella premessa all’Atto di indirizzo per l’individuazione delle priorità politiche per il 2018 del ministero della Salute, appena pubblicato.
E tra gli interventi più urgenti ne elenca cinque:
– efficientamento complessivo dei processi organizzativi e di erogazione dei servizi, connesso sia a revisioni e ristrutturazioni delle reti assistenziali regionali, sia a modalità nuove di erogazione dei servizi all’interno dei singoli presidi ospedalieri e territoriali ed ai rapporti intercorrenti tra questi;
– maggiore appropriatezza dei setting assistenziali, intendendo come appropriatezza quella componente della qualità assistenziale che fa riferimento a validità tecnico-scientifica, accettabilità e pertinenza (rispetto a persone, circostanza e luogo, stato corrente delle conoscenze tecnico-scientifiche) delle prestazioni sanitarie;
– introduzione di più Information and Communications Technology (ICT) in sanità, nel senso di diminuire l’importanza della discrezionalità nei meccanismi decisionali concernenti l’acquisizione di nuove tecnologie ed il rinnovo delle stesse, aumentando di converso la partecipazione delle categorie professionali e dei criteri scientifici più aggiornati;
– definizione di nuove modalità di pricing dei farmaci innovativi e nuove regole per discriminare puntualmente ciò che è innovativo da ciò che non lo è, a partire dalla validità e della condivisibilità della scelta effettuata dal legislatore nel corso degli anni, di realizzare un sistema farmaceutico a carattere monopsonico;
– opportunità di leggere con occhi nuovi il sistema sanitario, intendendo la sanità come un elemento non più di costo ma di investimento, ovvero come uno strumento per la produzione di ricchezza (tangible e intangible) e per contribuire in maniera determinante al benessere sociale ed allo sviluppo economico e non solo del nostro paese.
Per centrare questi obiettivi, secondo l’Atto di indirizzo, “occorre comunque realizzare un importante recupero di efficienza e di crescita della qualità dei servizi”. In questa direzione dal dibattito in corso emerge un forte consenso nella condivisione della necessità di un ritorno a un sistema sanitario unitario e a un rinnovato e forte ruolo di indirizzo e controllo degli organi centrali, anche per monitorare l’andamento delle numerose realizzazioni in corso sul territorio nazionale, quali ad esempio, il Patto per la salute, i nuovi Livelli essenziali di assistenza, il Piano anticorruzione sottoscritto con l’ Autorità Nazionale Anticorruzione, il Piano cronicità, il riordino della rete ospedaliera, lo sblocco delle assunzioni, la centralizzazione degli acquisti e la scomparsa della politica fondata sui tagli lineari.
E gli obiettivi strategici di politica sanitaria illustrati nelle premesse dell’Atto di indirizzo incidono direttamente su nove macroaree che nel documento sono descritte in altrettante schede:
1. prevenzione;
2. comunicazione;
3. politiche in materia di ricerca sanitaria;
4. politiche sanitarie internazionali;
5. promozione della qualità e dell’appropriatezza dell’assistenza sanitaria;
6. sistema informativo e statistico sanitario;
7. dispositivi medici, stupefacenti e altri prodotti di interesse sanitario;
8. promozione della salute pubblica veterinaria e della sicurezza degli alimenti;
9. politiche per l’efficienza gestionale.
Ad esempio, per quanto riguarda la prevenzione, elemento prioritario sarà l’azione di promozione della salute e prevenzione e controllo delle malattie cronico-degenerative, sia nella popolazione generale sia nell’individuo sano o a rischio. Saranno consolidate le attività per la prevenzione universale e individuale e di sorveglianza epidemiologica delle malattie cronicodegenerative e dei loro determinanti. La promozione della salute, intervenendo sui quattro principali fattori di rischio modificabili di malattie croniche (alimentazione scorretta, sedentarietà, tabagismo, abuso/uso scorretto di alcol), principali causa di morbosità e mortalità anche nel nostro Paese, si avvarrà dell’approccio “intersettoriale” e trasversale del programma strategico nazionale “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, che mira a promuovere la salute non solo rinforzando le capacità degli individui (empowerment), ma anche modificando il contesto di vita delle persone.
E per le politiche di efficienza gestionale, nel quadro degli interventi di miglioramento dell’organizzazione del lavoro, di valorizzazione delle risorse umane e per favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, ulteriore impulso e attenzione sarà dato alle esperienze di telelavoro già avviate nel corso degli anni precedenti e a forme di lavoro flessibile.
Particolare attenzione sarà posta al benessere organizzativo pianificando azioni utili alla diffusione della cultura della parità e delle pari opportunità anche in collaborazione con il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG Salute). Inoltre non saranno tralasciate le attività volte a garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
28 settembre 2017 – Quotidiano sanità