Ne è convinta il ministro della Salute alla sua prima uscita pubblica dopo la conferma, ieri notte a Porta a Porta. Il Patto per la Salute si farà, “ne ho parlato anche al primo Cdm”. Poi un siparietto a fine trasmissione: “Capi di gabinetto all’altezza?”. “Sì ma lo stesso vale per i Direttori generali con la differenza che questi non si possono cambiare se non funzionano”
Prima uscita mediatica per Beatrice Lorenzin dopo la conferma alla guida del Ministero della Salute. Ospite di Porta a Porta il Ministro ha affrontato a tutto tondo i temi dell’attualità politica, dal neo Governo Renzi, allo scenario politico della maggioranza, passando per le riforme in ballo senza però tralasciare i temi legati alla sanità. E su questo la road map è già tracciata (anche perché come confermato dal Ministro, lo slogan renziano “non ci sono più alìbi” impera), a partire dal Patto per la Salute di cui “abbiamo approvato un terzo degli articoli” e che dopo lo stand by istituzionale è pronto a ripartire. Legata al Patto c’è anche l’applicazione della Legge Balduzzi sulla riorganizzazione della sanità territoriale: “È stata fermata dalle Regioni non dal Ministero ma con il Patto della Salute il cui dialogo abbiamo riaperto scongiurando nuovi tagli (la sanità ne aveva già subiti per 25 mld) ora si riuscirà ad attuare”.
Ma il problema per il Ministro risiede anche nella nostra architettura istituzionale: “Si possono fare le Riforme migliori ma poi non vengono attuate”. Il riferimento, e in special modo per la Sanità, è al titolo V della Costituzione che “va riformato”. Ma sui tempi di approvazione del Patto? Sollecitata dalla domanda di Bruno Vespa sul fatto se il Governo Renzi riuscirà entro giugno a portare a casa qualche riforma il Ministro ha replicato: “Di sicuro ci sarà quella della sanità (il riferimento è al Patto)”. Ma su questo pesa anche la questione dei decreti attuativi (in generale se ne contano circa 470 da approvare). Lorenzin ha specificato che “è un problema” e che rientra nelle “impotenze dei ministri” e replicando ad Antonio Polito del Corriere della Sera che la sollecitava a circondarsi di “Capo di Gabinetto adatti” ha risposto così: “Questo è un vero tema. Certamente attenzione al Gabinetto ma anche ai direttori generali. Questi ultimi non si possono cambiare. Il Capo di Gabinetto se non funziona sì”.
Non solo Sanità però, Lorenzin come esponente di spicco di NCD ha toccato anche da vicino le tematiche più ampie dell’attualità politica. La linea segue quella tracciata dal premier: taglio del cuneo fiscale, riduzione Irpef e costo del lavoro, precisando però che come “partito abbiamo presentato a Renzi un programma di proposte ma correlato delle annesse coperture finanziarie”. Ma in ogni caso sottolinea: “Molto dipenderà dal nuovo Ministro dell’Economia con cui ho avuto un primo confronto sull’attività che riguarda il Ministero di mia competenza”.
Altro tema caldo riguarda la riforma elettorale e quella istituzionale con l’abolizione Senato elettivo. Il Ministro ha ribadito la linea NCD: “Devono essere legate”. E poi una battuta su eventuali similitudini comunicative tra Berlusconi e Renzi: “Berlusconi è più avvolgente mentre Renzi è uno che rilancia sempre”. Ma a parte le battute per Lorenzin “questo Governo con una maggioranza culturalmente diversa può fare le Riforme. Dobbiamo renderci conto di cosa c’è là fuori”, anche perché altrimenti “falliremo tutti”.
Quotidiano sanità – 25 febbraio 2014