L’opinione. Il pragmatismo britannico ha squarciato il velo d’ipocrisia umanitaria che avvolge il resto d’Europa, l’Italia soprattutto, fino a soffocare giudizio e raziocinio: il Regno Unito non parteciperà a Frontex. La ricerca e il salvataggio in mare dei migranti, ha detto il ministro degli Esteri Joyce Anelay, costituiscono un incoraggiamento a tentare traversate pericolose, provocando di conseguenza un aumento delle morti tragiche e inutili; meglio concentrarsi sui Paesi d’origine e di transito, lottando contro gli scafisti, come precisa una nota del Foreign Office.
Mare nostrum, che si avvia alla conclusione, non poteva esser liquidato in termini più espliciti. A parlare è stato il governo inglese: alla politica continentale, la nostra per prima, toccherà quindi prendere sul serio considerazioni scaturite dall’elementare buon senso, ma che fino ad ora sono state silenziate con il ricorso alle categorie, frettolose quanto improprie, della xenofobia e del razzismo. Di entusiasmi, Triton ne aveva suscitati ben pochi tra i ventisette: nessuno, fino ad ora, aveva però avuto il coraggio di dichiarare apertamente il proprio sacrosanto dissenso, temendo brutte figure. Per mesi ci siamo lamentati dell’Europa, che ci ha lasciati soli a fronteggiare l’emergenza. Avremmo invece dovuto chiederci perché mai una nostra decisione unilaterale, che contrasta con le politiche in materia d’immigrazione dei nostri partner, avrebbe dovuto esser sostenuta e foraggiata.
Finalmente qualcuno non ha avuto timori a descrivere la situazione com’è e non come vorremmo che fosse. Appena le agenzie hanno battuto la notizia del gran rifiuto, s’è levato il piagnisteo. Nell’abituale cocktail di protervia e vittimismo, s’è distinta Amnesty International; gli altri seguono a ruota. Attendiamo le reazioni della malmostosa Mogherini, che confonde il sussiego con l’autorevolezza: qualcosina dovrà pur dirla, benché non possa permettersi, per il suo ruolo nella Commissione europea, di prendere a male parole un ministro di Cameron. E Renzi? E papa Francesco? C’è da scommettere che le reazioni saranno di contenimento, caute e pensose, così da non scendere nel merito, per evitare il pericolo che si apra un dibattito serio. Scivolare dissimulando, questa la linea: il rischio che la realtà irrompa nelle stanze del potere dev’esser esorcizzato.
Gli Autorevoli Commentatori, dal canto loro, si soffermeranno sulla ricerca delle motivazioni che avrebbero spinto il governo conservatore a disertare Triton: preoccupazioni domestiche, crisi di consenso, l’ansia di non dispiacere a Ukip, il partito euroscettico contrario all’immigrazione. Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che ha stappato la sua bottiglia migliore, saranno gli unici ad applaudire: purtroppo per loro sono italiani e sgraditi alla sinistra, le loro opinioni semplicemente non esistono, salvo che servano a montare campagne d’indignazione pilotata.
Purtroppo, la saggezza d’Oltremanica non scalfirà d’un millimetro le granitiche certezze di Palazzo Chigi. La retorica dell’accoglienza a ogni costo (compreso quello economico) è il tema centrale delle piccole narrazioni che hanno sostituito l’ideologia; per i cattolici e la sinistra, rinunciarvi equivarrebbe a smarrire la propria identità: gli uni vedono nel migrante il povero evangelico, l’altra gli ha assegnato il ruolo che un tempo era del proletario. Impossibile farne a meno. L’Italia è ormai una grande sacrestia, se non rossa almeno rosé. Continuerà, contro ogni logica, a sbarcare poveracci, senza un piano, una prospettiva che sia una. Il venerato estero non ha mai perso il vizio d’impartirci lezioni, non di rado a sproposito. Questa volta ha ragione: per questo, saremo orgogliosi d’ignorarlo.
Renato Besana – Libero – 29 ottobre 2014