Il colpo di mano nel decreto Agricoltura approvato in Consiglio dei ministri. Animalisti e ambientalisti: “Così crolla la protezione del patrimonio naturale”
Il ministro cacciatore Francesco Lollobrigida scippa un importante nucleo dei carabinieri forestali al collega dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e piazza le associazioni venatorie a guardia dei boschi. Per il ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, appunto, licenza da cacciatore regolarmente rinnovata ogni anno, il decreto agricoltura che il governo ha approvato ieri sera “potenzia il ruolo dell’Arma dei carabinieri”. Di fatto, con una mossa strategica e senza precedenti, allarga l’influenza personale e di partito su una questione centrale per Fratelli d’Italia: la caccia, la selvaggina, i boschi del Paese.
Dunque, adesso il ministro Lollobrigida è al comando di un nucleo dell’Arma dei carabinieri, il Soarda, ovvero la Sezione operativa reati in danno agli animali: il Comando antibracconaggio. E il nuovo decreto attribuisce alle stesse doppiette un potere operativo sull’attività venatoria illegittima. I cacciatori diventano, adesso, controllori di se stessi: si amplia a tutte le associazioni collegate alla caccia e riconosciute il ruolo di guardia venatoria, che finora era limitata solo a tre.
Enpa: “Italia già maglia nera in Europa”
Lo spacchettamento delle funzioni del Cufaa (Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri) tra il ministero dell’Ambiente e quello dell’Agricoltura, “rischia di depotenziare considerevolmente la prevenzione e la repressione del bracconaggio e, più in generale, degli eco-reati”. La denuncia è dell’Ente nazionale protezione animali, che segnala: “Il Cufaa perde l’unicità di direzione, decisiva per una materia così delicata come quella ambientale, e questo in un Paese come l’Italia che è maglia nera in Europa per i crimini contro il patrimonio naturale e la biodiversità”.
L’associazione sottolinea come il decreto porti, peraltro, a “un accanimento” sui volontari animalisti e ambientalisti che si spendono per contrastare gli eco-reati “e che sono oggetto di un’inaccettabile repressione”.
L’esercito schierato per la peste suina
Quest’ultimo aspetto si riferisce alla chiamata nei boschi dell’esercito per chi è sospettato di disturbare le azioni di caccia al cinghiale, una delle convinzioni forti – l’abbattimento seriale degli ungulati – della destra al potere, diventata un’ossessione con la diffusione della peste suina. Il Bollettino epidemiologico, e questo lo segnala l’Organizzazione internazionale protezione animali, in verità sostiene che “c’è un costante e netto miglioramento della situazione del contagio”. Oipa commenta: “Il rischio è che si limitino i controlli su cacciatori e bracconieri, ma Lollobrigida si concentra a chiamare l’esercito preparando uno stato di polizia nella macchia mediterranea dove si andrà a sparare ai cinghiali, accusati di diffondere una malattia non nociva per l’uomo”.
Ecco, il decreto uscito dal Consiglio dei ministri prevede la messa in campo di 177 unità del personale delle Forze armate, in dieci aree e per dodici mesi. “Negli ultimi anni l’approccio alla lotta alla malattia è stato radicalmente rivisto, e questo ha consentito un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica”, ha specificato il bollettino dedicato.
Il ministro Fdi: “Nessun contrasto”
Come già documentato da Repubblica, il ministro Francesco Lollobrigida è intervenuto diverse volte sulle competenze e i ruoli del ministero dell’Ambiente. In particolare, ha ridotto i poteri di controllo sulla caccia da parte dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. “La querelle con Fratin”, ha specificato oggi il ministro di Fratelli d’Italia, “l’ha creata la stampa. Dall’inizio del nostro governo assistiamo al racconto di criticità all’interno dell’esecutivo che noi, in verità, non registriamo. Questo è il governo più coeso della storia della Repubblica”.
Alla fine dello scorso anno il deputato di Fratelli d’Italia Bartolomeo Amidei aveva presentato un disegno di legge pronto ad azzerare la “157” del 1992: fucili in mano ai sedicenni, diceva il nuovo testo, allargamento di date e orari per le battute, possibilità di caccia per le stesse aziende interessate. Considerandola un’accelerazione nociva, lo stesso Lollobrigida intervenne per far ritirare il decreto.
Repubblica