Oggi nuovo incontro tra i sindacati e Confidustria. Salta al Senato mozione presentata dalla Lega Parla De Benedetti: «Monti cambi idea»
I sindacati stanno lavorando a un’intesa sulla riforma del mercato del lavoro da presentare a Confindustria, nell’incontro in programma stasera, e poi al governo. I leader di Cgil, Cisl e Uil si riuniranno tra loro, prima di vedere Emma Marcegaglia, nel tentativo di trovare una mediazione anche sull’articolo 18, unico punto sul quale restano divergenze. La Cgil mantiene per ora il no alla modifica ma il via libera arrivato ieri da Pierluigi Bersani potrebbe cambiare lo scenario: «Se vogliamo modificare 1’art.18, va bene – ha detto il segretario del Pd -. Ma facciamolo alla fine. In testa devono esserci la precarietà, gli ammortizzatori e come creare un pò di lavoro». In partenza per gli Usa, il premier Mario Monti sottolinea che i sacrifici che toccano agli italiani non sono una «imposizione della Bce o della Germania» ma «un passo necessario nell’interesse dell’Italia». L’Ocse lancia invece un “assist” ai sindacati italiani: l’articolo 18 «magari ha bisogno di qualche aggiustamento» ma «non è il punto fondamentale della riforma» che deve includere «reti di protezione e reinserimento nel mercato peri lavoratori più vulnerabili». Tutte e tre le confederazioni difendono la normativa che vietai licenziamenti senza giusta causa. Ma dopo la minaccia del governo di una riforma anche senza intesa, Raffaele Bonanni si è detto disponibile a una “manutenzione” della materia per evitarne la “demolizione”. Sulla stessa linea la Uil di LuigiAngeletti. Il fronte comune con la Cgil si è incrinato, anche se viene considerato improbabile un “accordo separato” sul lavoro. Nel sindacato guidato da Susanna Camusso, la Fiom di Maurizio Landini spinge perché non si tocchi nulla e manifesterà anche a difesa dell’articolo 18, oltre che sul caso Fiat, i118 febbraio. Negli incontri tecnici di ieri la Ci-sl ha chiarito i confini della sua proposta informale che, sottolinea il sindacato, mantiene inalterato l’articolo 18 come argine ai licenziamenti immotivati o discriminatori. L’ipotesi è quella di estendere anche al singolo lavoratore quanto previsto dalla legge 223 sui licenziamenti collet-tivipermoti-vi economici: lanormativa permette oggi il li-cenziamen-to di un minimo di 4 lavoratori attraverso una procedura concordata con i sindacati aziendali. Misura alla quale si può ricorrere solo se esiste un “giustificato motivo oggettivo’, cioè una condizione di difficoltà dell’azienda, e che assicura al lavoratore licenziato due annidi assegno di mobilità. «L’attacco contro all’articolo 18 è pericoloso – ha spiegato Bonanni – e noi dobbiamo riuscire a separare la vicenda economica dall’abuso sulle persone». La Cgil per ora non commenta la proposta Cisl. Confindustria chiede invece che il diritto al reintegro del lavoratore resti solo per i licenziamenti discriminatori. Carlo De Benedetti, chiede invece al governo di non toccare l’articolo 18 e definisce il confronto «ideologico»: «Mi auguro che cambino idea», ha detto ricordando che il suo gruppo editoriale, L’Espresso, «ha mandato via in tre anni 800 persone su tremila» con le attuali leggi.
Avvenire – 8 febbraio 2012