Claudia Voltattorni. Roma «Sostanziale stabilità». Sul fronte dell’occupazione è la parola usata dall’Istat nella sua nota mensile sulla stima degli occupati nel mese di aprile 2019 rispetto ai 30 giorni precedenti. Una «sostanziale stabilità» che però secondo molti osservatori maschera «gravi problemi strutturali del nostro mercato del lavoro» (Cgil) e «uno stallo» che non fa sperare in nulla di buono per l’Italia «da mesi ai margini della recessione» prospettando una situazione «ancora più critica» (Cisl). Più ottimista Confcommercio che parla di «confortante stabilità» pur «permanendo tutti gli squilibri già presenti», ma almeno non «ci sono segni di cedimento repentino».
Ma veniamo ai dati Istat. Nel mese di aprile 2019 il tasso di occupazione resta al 58,8%, quello di disoccupazione al 10,2%, in calo dello 0,7% rispetto a un anno fa. Per quanto riguarda il numero degli occupati, c’è un leggero calo di 2 mila unità rispetto al marzo 2019, ma su base trimestrale i lavoratori sono cresciuti di 72 mila unità (+0,3%) e 56 mila rispetto al 2018 (+0,2%). Aumentano i dipendenti permanenti: +11 mila rispetto a marzo 2019, +58 mila rispetto al trimestre novembre 2018-gennaio 2019, + 42 mila rispetto all’aprile 2018. Calano invece gli indipendenti: -24 mila in un mese, -36 mila in un anno.
Il problema però è che il leggero aumento degli occupati riguarda soprattutto gli over 50, cresciuti nel mese di aprile del 2,7% (e +232 mila unità in un anno), mentre tra i giovani 15-24enni a crescere dello 0,8% è stata la disoccupazione con un tasso che si è attestato al 31,4%, e l’inattività, +0,1%.
Non solo. Su base annua, gli occupati tra i 35 e i 49 anni sono diminuiti di 176 mila unità. «La crescita dell’occupazione che si registra nel trimestre — nota l’Istat — è trainata dall’aumento dei mesi di febbraio e marzo, non impedendo comunque un forte ridimensionamento della crescita su base annua». Nonostante ciò, «la disoccupazione risulta invece in forte calo nei dodici mesi». Un dato che può essere positivo quindi, secondo Confcommercio, che vede l’occupazione «come l’unica variabile con una dinamica favorevole negli ultimi mesi: resta da capire — spiega l’Ufficio studi dell’associazione — se il mercato del lavoro si adeguerà a più ridotti livelli produttivi o se le imprese hanno visto migliori prospettive».
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