Repubblica. Il Covid circola tantissimo, i servizi delle Asl non sono più in grado da giorni di tracciare tutti i casi, negli ospedali si vedono aumentare i ricoveri. E così le Regioni preparano una lettera per il ministero e l’Istituto superiore di sanità dove si chiede di cambiare alcune misure. E cioè di considerare casi solo i sintomatici, di togliere il tampone di fine quarantena per chi non ha sintomi e rivedere le regole per le scuole elementari.La prima novità che domani chiederanno gli assessori alla Salute dovrebbe quindi riguardare la definizione di caso, che andrebbe allineata alle prese di posizione dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie: va ufficializzato quando c’è la positività al tampone ma anche dei sintomi o comunque segni compatibili con il Covid.
La revisione di questa definizione dovrebbe portare a una modifica delle misure di isolamento. «Per come la vedo io — dice Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio — dovremmo fare come negli Usa, dove i Centri per il controllo delle malattie hanno detto che il positivo asintomatico, se ha la terza dose, non deve fare la quarantena. In questa fase dobbiamo semplificare».
Se passa l’idea delle Regioni, i casi del conteggio giornaliero sarebbero solo quelli delle persone sintomatiche, che oggi rappresentano una minoranza, circa il 30% dei positivi. Grazie al vaccino infatti è diventato molto alto il numero di coloro ai quali l’infezione non dà alcun problema. Si tratterebbe di un cambiamento diverso rispetto a quello proposto da chi vorrebbe eliminare il bollettino giornaliero dei casi, semmai limitandolo a un conto settimanale.
Ma i presidenti già la settimana scorsa avevano promosso anche un’altra distinzione tra sintomatici e asintomatici che verrà ribadita anche nella nuova lettera dei loro assessori. Per fotografare nel modo giusto la pressione sugli ospedali bisognerebbe smettere di connteggiare chi viene ricoverato per un’altra patologia e poi scopre di essere positivo grazie ai controlli dei reparti. Queste persone non andrebbero tra l’altro ricoverate nei letti destinati agli infettivi. Così i dati di occupazione dei letti, in base ai quali si determinano i colori delle Regioni, sarebbero più bassi di circa un terzo.
La Lombardia ieri ha comunicato di aver ribadito questa posizione in una sua lettera al ministero e ha aggiunto che comincerà a distinguere i ricoveri, anche se il flusso dei dati inviato a Roma sarà sempre lo stesso. La crisi del contact tracing, sostengono le Regioni, rende impossibile isolare tutti i positivi e mettere in quarantena i contatti a rischio. Tra l’altro si fa notare come la quarantena non sia più sostenuta economicamente dall’Inps per alcune categorie. Bisogna così puntare sulla responsabilizzazione dei cittadini e sull’utilizzo di modalità informatiche «che riducano il carico sugli operatori sanitari». E sempre per semplificare andrebbe abolito il tampone a fine quarantena sempre per i sintomatici, cioè i contatti dei positivi.
Ma le Regioni chiedono anche di cambiare le regole della scuola, in particolare delle elementari, dove in base all’ultimo decreto se c’è un caso va fatto un tampone a tutti i compagni subito e un altro cinque giorni dopo. Ora la sorveglianza con testing è giudicata impossibile. E visto che ci sono attese per i tamponi, mentre i ragazzi aspettano l’esame restano comunque in comunità mentre dovrebbero restare isolati per non contagiare altre persone.
Ieri intanto è stato segnato un record di vaccinazioni: quasi 700 mila. Così le scorte si stanno esaurendo: sul sito del governo risultano usate il 97,7% delle dosi distribuite. L’ufficio del commissario straordinario Figliuolo ha però fatto sapere che entro domani saranno distribuite 4 milioni di dosi. Da record anche il numero dei decessi di ieri: 313, il numero più alto dal 27 aprile. A pesare sul dato ci sarebbe però un ricalcolo della Toscana.