Gli enti pubblici entrano nel raggio d’azione dello spesometro. Per gli anni 2010 e 2011, Stato, Regioni, Province, Comuni e tutti gli organismi di diritto pubblico erano stati esclusi dall’obbligo di comunicazione (ai sensi dell’articolo 21 del Dl 78/2010) per effetto del provvedimento del direttore delle Entrate 2010/184182 del 22 dicembre 2010.
Ora, invece, a partire dal 2012, anche gli enti pubblici – se in possesso di partita Iva – dovranno predisporre e trasmettere la comunicazione delle operazioni attive e passive effettuate relativamente alla propria sfera “commerciale” in scadenza il 12 novembre.
Obbligati ed esclusi
Questo è ciò che emerge dalla lettura combinata dei punti 1.1 (soggetti obbligati) e 2.2 (esclusioni soggettive) del provvedimento delle Entrate (2013/94908) dello scorso 2 agosto. Il principio generale è costituito dal fatto che l’obbligo di comunicazione grava su tutti i soggetti passivi: ecco dunque il coinvolgimento limitato in prima battuta ai soli enti pubblici in possesso di identificativo Iva, in quanto soggetti che pongono in essere operazioni attive rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.
L’obbligo di comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva poste in essere dai soggetti passivi è stato introdotto dal decreto legge 78/2010. Il decreto legge 16/2012 ha introdotto delle modifiche allo strumento, tra cui l’obbligo di comunicare alle Entrate tutte le operazioni tra operatori economici rilevanti ai fini Iva e non solo quelle superiori a 3mila euro proprie attività istituzionali.
Venendo poi alle esclusioni soggettive dalla comunicazione, sono elencati Stato, Regioni, Province, Comuni e tutti gli altri organismi di diritto pubblico (ad esempio università statali, Asl, autorità portuali), ma limitatamente alle operazioni effettuate e ricevute nell’ambito delle proprie attività istituzionali. Al contrario, per tutte le operazioni attive che si configurano come “commerciali” ai fini Iva, ai sensi dell’articolo 4 del Dpr 633/72, gli enti devono presentare la comunicazione. Devono altresì presentare comunicazione per tutti gli acquisti di beni e servizi afferenti le attività “commerciali” suddette, escludendo invece dall’elenco tutti gli altri acquisti.
Problemi
Sul punto, torna così il problema degli acquisti promiscui e cioè di quelli di beni e servizi impiegati sia nella sfera “commerciale” sia in quella “istituzionale”.
Si tratta comunque di acquisti effettuati in qualità di soggetti passivi Iva, ancorché in parte destinati a una sfera diversa; le fatture in questione sono quindi soggette a registazione sul registro Iva acquisti per l’ammontare complessivo del documento, mentre la detrazione dell’Iva è solo parziale. Conseguenza di ciò è l’inclusione nella nuova comunicazione telematica assumendo l’intero importo e non solo quello attinente alla sfera commerciale.
Ulteriore problema sorge poi in relazione a linee operative spesso adottate dagli enti pubblici: laddove la parte imputabile alla sfera commerciale non sia chiaramente e oggettivamente individuabile, molti enti scelgono la strada di rinunciare al diritto alla detrazione e di non registrare a Iva la fattura.
Opzioni
Ci si domanda però a questo punto se sia lecito non comprendere nella nuova comunicazione le fatture in questione in quanto legittimamente non registrate ai fini Iva (e la data di registrazione è un elemento da inserire in comunicazione, in caso di indicazione analitica delle fatture di acquisto). Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di registrare comunque a Iva l’intero documento e di inserirlo nella comunicazione ancorché non sia stata effettuata detrazione.
In ogni caso, gli acquisti da Paesi cosiddetti “black list” devono formare oggetto di comunicazione anche se solo parzialmente riferiti alla sfera commerciale. Questo principio, già vigente, permane per le operazioni effettuate dal 1? ottobre 2013, le quali dovranno essere inserite nel nuovo modello di comunicazione.
Esempi di comunicazione da spesometro per gli enti pubblici
TUTTI GLI ENTI Acquisti di cancelleria per l’attività commerciale da parte di un Comune o una Regione o un altro ente pubblico Servizi portuali e areoportuali e rilevanti ai fini Iva gestiti da enti pubblici Cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita Realizzazione di attività di ricerca commerciale (Centri di ricerca, Ispra, università e altri)
COMUNI Acquisto derrate/servizi per mensa scolastica Acquisto dei beni e servizi per la gestione del servizio del trasporto scolastico Affitto da parte di un Comune di un impianto sportivo Erogazione di acqua e servizi di depurazione gestiti da Comuni Acquisti per l’esercizio del trasporto pubblico locale
PROVINCE Acquisti per Polizia provinciale
ASL Acquisto materiali per sperimentazione farmaci da contratto commerciale con azienda farmaceutica Acquisti beni/servizi per servizi ospedalieri diversi da intramoenia
UNIVERSITÀ Acquisto materiale didattico Acquisto materiali di laboratorio per progetto gestito in attività commerciale
Il Sole 24 Ore – 13 agosto 2013