Per il rinnovo del Contratto nazionale della dirigenza del ruolo sanitario ci sarebbe un «tesoretto» di centinaia di milioni di euro (oltre 361 mln). È questo l’ordine di grandezza delle risorse dei fondi contrattuali delle aziende sanitarie, sottratte da recenti leggi, ma anche da errori di applicazione e interpretazione da parte delle aziende stesse. Risorse che rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per il rinnovo del contratto, che non può fare affidamento solo su quanto metterà a disposizione il Governo nella prossima legge di bilancio. L’Anaao Assomed, numeri alla mano, spiega in uno studio a cura di Giuseppe Montante, vicesegretario nazionale di Anaao Assomed , tutti i passaggi che hanno portato alla decurtazione.
Sui finanziamenti previsti dalla manovra in arrivo alla Camera per ora c’è solo un balletto di cifre che va dai circa 300 milioni previsti nel Dpef, ai circa 2,5 miliardi dichiarati dai ministri Poletti e Padoan, passando dai 2 miliardi annunciati dal presidente Renzi. Con le indiscrezioni della stampa che si tiene bassa a un miliardo.
Tradotto in pratica questo significa che «Ne deriverebbe uno stanziamento economico per il rinnovo dei contratti dei dipendenti delle aziende sanitarie (600.000) che oscilla fra circa 240 e 600 milioni di euro, di cui 78 – 180 destinati ai dirigenti medici (massa salariale di questi pari a circa il 31% di quella complessiva di tutti i dipendenti delle Aziende Sanitarie Pubbliche)».
Ma al grande interrogativo della legge di bilancio si aggiunge anche il conto in sospeso dei fondi contrattuali, progressivamente assottigliati da «disposizioni legislative incoerenti e/o da errori interpretativi a livello aziendale». Sotto la lente dell’Anaao in particolare un’errata decurtazione dei fondi contrattuali componenti la retribuzione accessoria, per un «danno» complessivo di circa 56,7 milioni l’anno. Altri 48,22 mmln circa per il 2016 e 92,43 per il 2017 sono stati invece decurtati per l’«arbitraria estensione alla dirigenza del ruolo sanitario degli effetti delle disposizioni dell’art. 1, co. 236, Legge di Stabilità 2016». Infine altri 53,6 mln circa sarebbero stati sottratti in conseguenza dell’attuazione al livello aziendale dell’art. 9 quinquies, legge 125/2015: «Nello specifico, viene sottratto in modo definitivo dal fondo di posizione variabile aziendale – si legge nello studio Anaao – il differenziale fra la retribuzione di posizione quota parte accessoria, attribuita al dirigente medico responsabile dell’unità operativa prima della sua chiusura, e la retribuzione di posizione accessoria attribuita allo stesso dopo la chiusura, in seguito all’affidamento di una nuova posizione di graduazione inferiore».
Il conto finale è quello di una forte riduzione del fondo di posizione variabile, stimata dal sindacato in 158,52 milioni per il 2016 e in circa 202,73 mln per il 2017.
Dunque, conclude lo studio di Anaao Assomed «Lo stanziamento economico per il rinnovo del Ccnl, destinabile a regime alla dirigenza medica nelle 3 ipotesi (da 78 a 180 milioni annui circa) di cui si vocifera, risulterebbe inferiore alle risorse sottratte in modo unilaterale al loro fondo di posizione mediante disposizioni legislative illogiche ed errate attuazioni.
Di questo, e soprattutto delle risorse sottratte in maniera arbitraria, si dovrà tenere conto nel nuovo Ccnl della dirigenza del ruolo sanitario».
Il sole 24 Ore sanità – 27 settembre 2016