Il professor Monti avverte che la sanità pubblica non ce la fa più. Servono altre risorse o si sfascia. Poi si è corretto, ma l’allarme è dato. Perché non viene a Berlino a vedere come funziona da queste parti? A casa di Frau Angela è sempre ospite gradito. Il sistema sanitario all’italiana sarebbe il migliore d’Europa. Vero, auf dem Papier, come dicono i tedeschi, cioè sulla carta.
La realtà, come sanno tutti, è un’altra cosa. I miei amici berlinesi si lamentano, prima andava meglio, hanno ragione anche loro, però non si preoccupano giustamente di sapere come funzioni la sanità altrove. Le cure mediche, di qualsiasi tipo, tranne alcuni interventi dei dentisti, sono garantite a tutti. La professionalità è soddisfacente, pur con inevitabili errori e qualche scaldaletto (inciucio medici-case farmaceutiche, operazioni inutili a pagamento). Eppure le mutue navigano nell’oro, hanno accumulato un attivo di quasi 25 miliardi negli ultimi anni, tanto che è stato abolito il ticket di 10 euro a trimestre, da pagare solo se si ricorreva a un Herr Doktor. Introdotto per limitare le visite, non ha funzionato, e ha sepolto i medici sono una valanga di pratiche burocratiche. I dottori si lamentano di guadagnare poco, molti studi medici non trovano successori quando il titolare va in pensione. Per avere un appuntamento da uno specialista si deve attendere qualche giorno, non però se è un caso urgente. Io non mi lamento: se la mia dottoressa ritiene che ho bisogno di un esame specialistico mi manda dal collega. Se ritiene che bisogna fare alla svelta, ottengo subito il nuovo Termin, altrimenti per la prevenzione aspetto con calma. In genere non oltre il mese in casi particolari. Non si abusa perché ogni dottore ha un tetto di spesa per paziente che deve rispettare, se va oltre o ne risponde, e paga lui, o deve spiegare il perché. Così prescrive sempre il medicinale meno costoso, a parità di effi cacia. Anche gli ospedali hanno chiuso in attivo. Molti sono gestiti da società private, come la Vivantes, per conto del sistema pubblico. Non so che dire personalmente, a prima vista non hanno l’odore e l’aspetto di ospedali. Un Krankenhaus sembra piuttosto un albergo a 3 stelle, infermieri e medici sono solitamente gentili, e ti danno del lei. Il primario non è una divinità lontana, se si vuole la certezza che sia lui a operare si paga un extra rispetto alla tariffa della mutua, ma ben lontano dagli onorari dei colleghi italiani. Il sistema è stato riformato anni fa, senza tagliare niente di essenziale. Ad esempio, prima i tedeschi andavano ad Abano o a Ischia, per i fanghi, e facevano inviare il conto direttamente alla mutua. Oggi è il dottore a stabilire se la cura è veramente necessaria e se non ci sono terme altrettanto buone in Germania, vicino a casa o in un’altra regione. Poi, se serve, ti mandano perfi no in Israele, a spese loro. Il sistema tedesco non piace ai nostri politici perché sarebbe un misto di pubblico e di privato. Il solito equivoco: alcune categorie di professionisti possono sottoscrivere assicurazioni, ma ricevono il trattamento di tutti. Se vado da un medico come privato, ottengo subito l’appuntamento, o passo davanti agli altri in sala d’attesa. Tutto qui. I medici, per una questione morale, hanno paura di un sistema a due velocità per ricchi e poveri, e la mia Frau Doktor all’inizio era attentissima a suggerire un controllo che avrei dovuto pagare extra: ci sarebbe questa analisi, però non è proprio assolutamente necessaria, e costa 30 euro, lei che dice? In Italia, si suggerisce di far pagare a seconda del reddito. Un altro regalo agli evasori. Non capisco come i nostri politici ignorino la legge. Il sistema sarebbe anticostituzionale: una volta pagate le tasse, dovremmo ritornare in teoria tutti con uguali doveri e diritti. Sarà il commercialista a stabilire quanto dovremmo pagare per la parcella dello specialista? E, penserò male, temo che qualche medico prima ancora di visitarci ci chiederà quanto abbiamo pagato di tasse, per decidere se vale la pena di misurarci la pressione. Qualcuno, ho dimenticato chi, aveva proposto di far pagare in base al reddito anche il biglietto dell’autobus. Lui, sì, avrebbe avuto bisogno di uno specialista.
ItaliaOggi – 30 novembre 2012