La manovra bis colpisce eccessivamente e inutilmente i medici della sanità pubblica, i cui sprechi sono determinati dalla classe politica. E i provvedimenti per i medici pensionati sono iniqui.
Questo, in sintesi, il commento dell’Unione medici italiani (Umi) alla manovra finanziaria approvata dal Governo. I medici pensionati convenzionati e dirigenti pubblici dell’Umi che operano nel Servizio sanitario nazionale chiedono pertanto al Governo “di rivedere la manovra bis appena approvata, subendo dalla stessa un danno economico e normativo ritenuto eccessivo anche per effetto della precedente manovra”.
In particolare, “i pensionati mantengono il blocco della perequazione automatica a cui si aggiunge, per molti nella somma di pensioni Enpam con pensioni Inpdap-Inps, la supertassa oltre i 90 mila euro. Bisogna ricordare che i medici vanno in pensione avendo regolarmente pagato i contributi e la loro pensione non è altro che un trattamento differito. I medici convenzionati – prosegue l’Umi – mantengono il blocco contrattuale di quattro anni con il conseguente blocco economico a fronte della spese di gestione degli studi e auto per conto dello Stato, in continuo aumento a cui si aggiunge la supertassa oltre i 90 mila euro per i massimalisti. I medici dirigenti sono i più tartassati, mantengono il blocco contrattuale di quattro anni con il conseguente blocco economico a cui si aggiunge minore possibilità di ottenere migliori incarichi con un danno grave di carriera ed economico”. Tutto ciò, prosegue l’Umi, “ci sembra veramente eccessivo e ci aspettiamo un ripensamento da parte del Governo. I medici pubblici italiani garantiscono la salute dei cittadini, in un servizio gestito di fatto direttamente dalla classe politica che è di certo la causa dei maggiori sprechi della sanità pubblica italiana specie perché – conclude – le decisioni non sono il frutto di scelte tecnico professionali, ma politiche”.
16 agosto (Adnkronos Salute)