La lobby della pesca industriale su larga scala, che aveva convinto la Commissione europea a proporre le tecniche di cattura con impulsi elettrici nell’Ue, non ce l’ha fatta a superare il primo passaggio decisionale.
Gli ambientalisti impegnati a difendere l’ecosistema marino e le associazioni di pescatori artigianali (principalmente francesi) hanno convinto l’Europarlamento di Strasburgo a bocciare l’estensione della deroga alla pesca elettrica, concessa su base sperimentale e poi utilizzata da sempre più pescherecci (soprattutto olandesi e britannici). Verdi, M5s e Sinistre unite hanno promosso due emendamenti di blocco passati con 402 favorevoli, 232 contrari e 40 astensioni nell’ambito della modifica generale delle tecniche di pesca, che accorpa una trentina di regolamenti in vigore anche per tutelare i pesci giovani o in riproduzione e l’ambiente del mare.
La pesca elettrica usa impulsi per intontire i pesci e per costringerli ad abbandonare i fondali marini, rendendoli più facilmente catturabili con le reti. In molti Paesi del mondo è proibita. Era stata introdotta nell’Ue con una deroga sperimentale su proposta della Commissione europea. I pescherecci olandesi l’hanno trovata efficace e redditizia per catturare specie pregiate come sogliole, rombi e platesse.
In più l’apparato elettrico, che costa circa 300 mila euro, consente forti risparmi di carburante perché le reti collegate possono essere molto meno pesanti di quelle a strascico.
La Commissione europea ha proposto l’estensione giudicandola una tecnica innovativa, meno dannosa delle reti a strascico e in grado di ridurre la cattura di pesci troppo giovani o poco pregiati (e quindi il conseguente scarto rigettato in mare). Ma gli ambientalisti, già contrari alle reti a strascico, non la ritengono una pesca migliorativa. Sono così insorti insieme ai piccoli pescatori, denunciando i rischi per l’ecosistema marino e per le specie colpite dagli impulsi. E l’assenza di adeguate sperimentazioni scientifiche non ha confermato la tesi della Commissione europea e degli altri sostenitori della pesca elettrica. Verdi, M5s e Sinistre unite hanno costituito l’opposizione trasversale anti-pesca elettrica con il grosso degli eurosocialisti di S & D (a cui aderisce il Pd), circa un terzo degli europopolari del Ppe (tra cui quasi tutti i deputati di Forza Italia), il gruppo Enf (che include la Lega di Matteo Salvini), una parte dei liberali e dei conservatori. Ora il provvedimento complessivo sulle tecniche di pesca, criticato dagli ambientalisti in varie parti, deve essere negoziato dall’Europarlamento con i governi Ue, che mantengono il principale potere decisionale. La Commissione europea ha fatto sapere che insisterà nel difendere la sua proposta sulla pesca elettrica.
Il Corriere della Sera – 17 gennaio 2018