Gli esperti dicono che si può fare, le istituzioni non hanno nulla in contrario. Da gennaio i pescatori dell’Adriatico, e degli altri mari sabbiosi, potranno catturare le vongole a partire da una taglia di 2,2 centimetri. È un progresso di 3 millimetri rispetto alla norma vigente dei 2,5 centimetri, introdotta nel 2006 dall’Ue per tutelare la specie e contestata dagli operatori del settore, attivi nel denunciare il restringimento dei loro molluschi e che i vincoli comunitari «li stavano rovinando». La protesta è stata cavalcata a lungo dagli euroscettici, Matteo Salvini l’ha usata per gridare: «Fuori da questa Europa che strangola i lavoratori!». Non aveva controllato che i 25 millimetri erano stati decretati nel 1968 da Saragat, presidente italiano, e ripresi senza modifiche da Bruxelles. Così ha contribuito ad avvelenare una vicenda difficile che ora, alla fine, arriva a una composizione. Stabilire dei criteri per proteggere gli ospiti del Grande Blu, e garantire così che ce ne siano a sufficienza per le nostre mense, è una politica centrale di casa Ue.
Si tratta d’una strategia mirata ad evitare lo sfruttamento incontrollato dei mari e a rendere sostenibile il ciclo alimentare. Riguarda la maggioranza dei prodotti ittici, dal tonno ai merluzzi, passando per le vongole. Si manifesta con limiti dimensionali, nel caso la taglia del guscio, i «25 millimetri almeno» già introdotti in Italia 48 anni fa.
Troppi, col clima che fa e l’aria che tira. Fra le critiche anche speciose di chi attaccava l’Europa, il governo ha portato il confronto sul binario giusto. Lo staff del sottosegretario Castiglione ha lavorato con la documentazione tecnica. Ha spiegato la situazione di crisi ai colleghi del Consiglio e all’esecutivo Ue. Ha chiesto di ridurre la taglia. E, salvo colpi di scena, da gennaio e per tre anni, i vongolari potranno far loro anche le «veneri» da 2,2 centimetri. Tre millimetri di margine appena. Però si ritiene che garantiranno sostenibilità di specie e business.
L’eurodeputato grillino Marco Affronte ha annunciato che «entro il primo luglio arriverà il “via libera” ufficiale della Commissione Scientifica, Tecnica ed Economica per la Pesca alla riduzione della taglia minima di pescabilità delle vongole mediante l’approvazione del Piano di Rigetto presentato a febbraio dall’Italia». A quel punto, i rappresentati degli stati potranno chiedere alla Commissione di accettare i 22 millimetri, riscrivendo Saragat e ammutolendo la rivolta scettica.
«La decisione è più che probabile», assicura una fonte diplomatica. Chiuderebbe un pasticcio molto italiano con una soluzione a cui si è lavorato bene a Roma e che a Bruxelles stanno accogliendo con buonsenso, perché le prove scientifiche assicurano che è giusto farlo.
Possibili ora discussioni se la taglia sia davvero una questione importante e qualcuno, per amor di polemica, riuscirà anche a usar la bocca per dire che le vongole piccole sono meno saporite delle grandi. Gli altri potranno continuare a farsi «due spaghi» tranquillamente e, magari, a prezzo inferiore.
Chioggia. Vongole, avviata la procedura per ridurre la taglia minima
Vongole di mare con taglia minima a 22 millimetri, ma solo dal primo gennaio del 2017. Forse. Le notizie giunte, ancora giovedì, da Bruxelles, circa l’attesa riduzione delle dimensioni minime per la commercializzazione di questo mollusco sono confortanti per la categoria dei vongolari, ma non danno ancora una certezza assoluta sul provvedimento. Ecco, quindi, quali sono i restanti passaggi burocratici e i tempi previsti per la pescabilità del mollusco con la nuova taglia.
Entro il primo luglio dovrebbe arrivare il parere positivo della Commissione scientifica e tecnica per la pesca, mediante l’approvazione del Piano di rigetto presentato a febbraio dall’Italia. Questo parere sarà la base su cui innestare il cosiddetto “atto delegato” che la Commissione europea dovrà emettere, non prima, però, di aver consultato un gruppo di esperti per garantire una corretta formulazione del provvedimento. Tale consultazione dovrebbe avvenire il 27 giugno o, al più tardi, il 14 luglio. La Commissione europea, quindi, adotterà il provvedimento entro fine ottobre e, a quel punto, il Parlamento europeo avrà due mesi di tempo per presentare eventuali obiezioni. Se tutto andrà bene, dal primo gennaio 2017, sarà in vigore la nuova taglia minima. Attenzione, però! Non si tratta di una regola definitiva, ma di una sperimentazione triennale. In altre parole i tre anni in questione saranno usati per raccogliere dati sul ciclo vitale della specie e la reazione degli stock al prelievo degli individui più “giovani” (anche se i pescatori sostengono che 22 millimetri è già una misura adulta) rispetto a prima.
Resta il fatto che, dopo anni di richieste e attese deluse, un provvedimento concreto sembra essere arrivato alla stretta finale e per il settore è un segno di speranza.
La Stampa e la Nuova Venezia – 19 giugno 2016