Ma per il Tesoro la decisione era attesa e scontata. Mussari (Abi): «Non credo a taglio rating banche»
Standard & Poor’s non ci sta a essere considerata faziosa. E con una dichiarazione irrituale per un’agenzia di rating si è vista costretta a replicare alla presidenza del Consiglio che ha attribuito il taglio di rating all’Italia a una scelta politica. «I rating sovrani di Standard & Poor’s sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori», sono le parole consegnate all’Ansa. Silvio Berlusconi ha sostenuto invece in una nota che le «valutazioni» dell’agenzia «appaiono viziate da considerazioni politiche, più che dalla realtà dei fatti». Il presidente del Consiglio ha attaccato i media attribuendo anche ai «retroscena dei giornali» la decisione assunta nella notte di lunedì da Standard&Poor’s . In una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio, viene rivendicato che il governo ha «sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza». E però si ammette che le misure per la crescita non sono ancora state varate, il governo le sta «predisponendo».
LA NOTA DI BERLUSCONI – Ecco il testo del comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio: «Il governo ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard & Poor’s sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche. Vale la pena di ricordare che l’Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo». L’agenzia americana, che aveva messo sotto osservazione il rating dell’Italia dallo scorso maggio, ha motivato il calo della scure con la considerazione che «le prospettive di crescita dell’economia si sono deteriorate» e che il governo Berlusconi «non sembra in grado di dare risposte efficaci»
IL TESORO: «DECISIONE ATTESA» – Era una decisione «scontata, attesa», secondo quanto hanno affermato fonti del ministero del Tesoro martedì mattina. Ma il ministro Giulio Tremonti e il governo tutto si preparano ad affrontare giornate cruciali. Si è svolto martedì mattina l’incontro dello stesso ministro dell’Economia con banchieri e industriali. Per il Governo erano presenti oltre a Tremonti, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il responsabile della Semplificazione, Roberto Calderoli e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Per l’Abi hanno partecipato il presidente Giuseppe Mussari e il direttore generale Giovanni Sabatini. Confindustria è rappresentata dal direttore generale, Giampaolo Galli, Rete Imprese Italia dal presidente Ivan Malavasi. Alla riunione partecipa anche il vice direttore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco.
MUSSARI: BANCHE ITALIANE SONO PATRIMONIALIZZATE: Per il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari «non ci sono rischi» di un calo del rating, a cascata, sulle banche italiane dopo il taglio del giudizio dell’Italia da parte di Standard& Poor’s. «È un rischio che non vedo – ha affermato – anche perchè molte banche hanno visto di recente confermati i propri rating. Gli istituti di credito italiani – ha ricordato – hanno dimostrato una solidità invidiabile, un’azione al servizio dell’economia reale e hanno fatto quello che si doveva fare in tema patrimoniale».
IL RINVIO DI MOODY’S E IL CONTROPIEDE DI» S&P’S – Il taglio al rating dell’Italia era effettivamente nell’aria. Ma la decisione – che avrà conseguenze pesanti anche e soprattutto per tutta l’Eurozona – sembrava dovesse prenderla Moody’s. Quest’ultima ha rinviato a ottobre il verdetto finale, concedendoci ancora un po’ d’ossigeno e limitandosi a un ammonimento sugli effetti recessivi della manovra sui Comuni e le Regioni, La «sorpresa» è stata dunque il contropiede di Standard & Poor’s .
Corriere.it – 20 settembre 2011