I n totale sono state ispezionate 1.095 aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da Listeria. Non solo wurstel e insaccati con stagionatura breve e prodotti similari, ma anche prodotti caseari a limitata maturazione, nonché di gastronomia con farcitura fresca (a partire da tramezzini e pani, il caso è dei primi di ottobre), confezionati in atmosfera controllata per la fornitura alla grande distribuzione e alle ditte di gestione dei distributori automatici. Sono state accertate irregolarità in 335 strutture (pari al 30% circa degli obiettivi controllati); 310 gli operatori di settore segnalati all’Autorità giudiziaria e sanitaria, 541 le violazioni penali e amministrative contestate, per un valore di oltre 365 mila euro.
Due laboratori di analisi privati risultati non autorizzati, che producevano falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi mai eseguite, sono stati scoperti dai Nas a Palermo. Sempre nel capoluogo siciliano sono stati disposti il fermo preventivo di 945 chili di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco è risultato contenere valori elevati di Listeria.
In un’industria di salumi della provincia di Modena sono stati sequestrati 7.000 chili di tranci di carne suina e bovina e anche semilavorati invasi da ghiaccio e brina gelifica a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione. C’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti. A Bari in un’industria di lavorazione carni sono stati sequestrati 1.800 chili di prodotti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità.
Sequestri anche a Salerno e Catania, stavolta di 3700 chili di prodotti lattiero-caseari che stavano per essere commercializzati e che erano sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità. Nella provincia di Savona è stato chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica, che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene. Per precarie condizioni igieniche ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa, sono stati sequestrati a Ragusa 529 kg salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti. Nella provincia di Napoli chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del bollo di riconoscimento produttivo.
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