Il Sole 24 Ore, Marzio Bartoloni. Per affrontare l’emergenza numero uno della Sanità, quella delle liste d’attesa, ed evitare di ricorrere ai gettonisti per coprire i buchi in corsia gli ospedali potranno pagare di più gli straordinari a medici e infermieri fino al 2026: ai primi saranno riconosciuti 100 euro lordi l’ora e ai secondi 60 euro. Una misura questa che vale 280milioni l’anno per tre anni (200 milioni per i medici e 80 per gli infermieri) che non prevede però nessuna detassazione né degli straordinari né delle indennità come era stato ipotizzato in un primo momento. Sempre per contrastare la piaga delle liste d’attesa si potrà ricorrere all’interno dei piani operativi regionali a visite, esami e ricoveri acquistati dal privato a cui al di là dell’impegno su questo fronte viene rivisto il tetto di spesa in vigore dal 2012 e che crescerà dell’1% nel 2024, del 3% nel 2025 e del 4% dal 2026 in poi con un impatto stimato di 360 milioni.
Tornando alla legge di bilancio va segnalata anche un’altra misura – già prevista l’anno scorso – per ridurre le liste d’attesa e cioè la possibilità per le Regioni di «utilizzare una quota non superiore allo 0,4% del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2024»: si tratta di 520 milioni in tutto a cui ricorrere attingendo appunto dal finanziamento generale, ma non si tratta però di risorse aggiuntive e questo potrebbe frenare le Regioni restie a privarsi di fondi sempre più contati per finanziare la Sanità.
Sempre sul fronte liste d’attesa la manovra rispolvera una misura spesso disattesa e cioè quella del blocco dell’attività intramoenia per i medici nel caso questa superi quella dedicata dagli stessi all’attività ordinaria e in particolare si prevede che l’organismo paritetico regionale previsto dai piani regionali sulle liste d’attesa presenti «una relazione semestrale sullo svolgimento dell’attività intramoenia al Comitato Lea da prendere in considerazione nell’ambito della valutazione degli adempimenti relativi alle liste di attesa». E proprio in tema di Lea (i livelli essenziali di assistenza) la bozza di manovra riserva 50 milioni per il 2024 e 200 milioni a partire dal 2025 per finanziare l’ingresso di nuove cure gratuite nel Ssn.
Vengono poi stanziati 250 milioni per il 2025 e 350 milioni a partire dal 2026 per finanziare le assunzioni del personale nella Sanità territoriale dove sono previste – grazie agli stanziamenti del Pnrr – l’apertura di oltre 1.350 Case di comunità e oltre 400 ospedali di comunità.
Nutrito anche il pacchetto di misure per i farmaci: innanzitutto viene alzato nel 2024 all’8,6% il tetto di spesa per la farmaceutica ospedaliera (quest’anno è all’8,15%) e contestualmente si abbassa al 6,7% quello per la convenzionata, cioè il canale dei medicinali nelle farmacie. Che avranno un ruolo sempre maggiore nella distribuzione di medicinali compresi alcuni oggi dispensati solo dalle farmacie ospedaliere e cambia anche il sistema di remunerazione delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati a carico del Ssn che viene sostituito da una quota variabile e da quote fisse in base al prezzo della confezione del farmaco. Infine dal 2024 sale a 2mila euro il contributo per gli extracomunitari regolarmente soggiornanti per l’iscrizione volontaria al Ssn. Previste anche quote di compartecipazione per i frontalieri svizzeri che utilizzano il Servizio sanitario nazionale.