Franco Pepe. Un dossier dell’assessorato alla sanità sulle attività diagnostiche negli ospedali veneti fotograferebbe uno scenario sconcertante. Risultati deludenti soprattutto nel Vicentino. Uno scenario in controtendenza rispetto alle previsioni del programma “ospedali aperti di notte” lanciato dal governatore Luca Zaia nel 2013.
Il San Bortolo sarebbe l’ultimo come numero di prestazioni con gli acceleratori lineari. Vicenza, però, smentisce. «I numeri dell’indagine sono falsi. I nostri acceleratori non sono 6 ma 3. Le nostre terapie non sono 39 mila ma il doppio, 78 mila». E il dg Ermanno Angonese fa anche una chiosa : «L’idea del governatore Zaia di utilizzare al massimo le apparecchiature per ridurre le attese è giusta e valida, e noi lo abbiamo fatto, ma per fare di più ci vogliono medici, tecnici, infermieri. Quest’anno la Regione nella spesa per il personale ci ha dato 500mila euro in meno. Abbiamo inoltrato a Venezia decine di richieste di nuove assunzioni, e ora attendiamo l’autorizzazione. Con un maggior numero di personale potremo produrre certamente di più, altrimenti darà difficile superare le performance già ottenute».
Di questo si parlerà certamente nel summit che oggi Zaia avrà a Padova, nella sede dello Iov, con i direttori generali di tutte le Ulss. Il consigliere regionale Pd Stefano Fracasso è, però, critico, e attacca il governo regionale: «I problemi delle liste d’attesa sono il simbolo del fallimento del nuovo piano sociosanitario. Come si può migliorare tempi e servizi quando non si ha il personale sufficiente per farlo? Zaia pensa che la sanità sia fatta solo di macchinari? Non è così: per un servizio efficiente il personale è prioritario, e lo è ancora di più quando parliamo di salute. Per questo condivido le parole di Angonese che richiama l’attenzione sulla necessità di nuove assunzioni. Nell’azienda vicentina non ci sono solo i 500 mila euro in meno per la spesa per il personale e le decine di richieste di nuove assunzioni presentate. L’Ulss 5 ha un tetto di spesa per il persona le di 89 milioni di euro e 2.132 dipendenti. L’Ulss 17 di Este, ad esempio, ha invece un tetto di 3,3 milioni di euro in più per pagare 232 persone in meno».
«In queste differenze prosegue Fracasso – c’è purtroppo il segno di un sistema che non è in equilibrio. Un sistema in cui il budget per il personale è anacronistico e non garantisce nemmeno i turnover, con reparti ospedalieri che stanno soffocando, liste d’attesa lunghe e una fuga costante verso il privato. Le schede ospedaliere prevedono i servizi e i posti letto, ma se non ci metti l’adeguato numero di medici, tecnici, infermieri, rimangono solo numeri sulla carta, senza assistenza efficiente per i cittadini. Richiamare i direttori generali è ridicolo se poi non gli si permette di assumere personale». ·
Il Giornale di Vicenza – 26 gennaio 2015