Corriere Veneto. Lo aveva detto al momento del suo insediamento in Regione, il primo marzo: «La mia priorità è l’abbattimento delle liste d’attesa. Non è solo un discorso di risorse, ma anche di organizzazione del lavoro». Detto fatto: Massimo Annicchiarico, il nuovo direttore generale della Sanità del Veneto, sta disegnando un piano di «riduzione delle criticità delle liste d’attesa» da 30 milioni di euro. Dovrebbe partire il 15 giugno e raggiungere gli obiettivi fissati da ciascuna delle dodici aziende sanitarie entro la fine dell’anno. Nel giorni scorsi il manager ha inviato ai direttori generali delle 9 Usl, delle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e dell’Istituto oncologico veneto una direttiva che sottolinea come la legge 14 del 24 febbraio 2023, il decreto Milleproroghe, consenta alle Regioni di utilizzare una quota non superiore allo 0,3% della quota indistinta del Fondo sanitario 2023 per il recupero delle liste d’attesa, a condizione di mantenere l’equilibrio economico del Servizio sanitario regionale.
La nota
«La suddetta norma non prevede fondi aggiuntivi, bensì un’autorizzazione a spendere in deroga risorse del Fondo sanitario nazionale già assegnate alle Regioni come quota indistinta — spiega Annicchiarico nella circolare —. Tali risorse potranno essere impiegate per finanziare attività aggiuntiva del personale sanitario, derogando ai regimi tariffari ordinari e per aumentare l’offerta di prestazioni in convenzione con le strutture private accreditate. La Regione sta valutando di aderire a questa possibilità, destinando pertanto lo 0,3% del finanziamento indistinto del 2023, pari a circa 30 milioni di euro, al progressivo abbattimento delle liste di galleggiamento. Al fine di determinare, con un successivo provvedimento regionale, le quote da assegnare alle singole aziende sanitarie, i direttori generali dovranno redigere e trasmettere all’area Sanità e Sociale della Regione entro il 3 giugno un Piano operativo aziendale finalizzato alla riduzione delle criticità delle liste d’attesa relative alle prestazioni traccianti (le 33 indicate dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa come le più richieste, ndr) — aggiunge il manager —. Con prioritario riferimento ai galleggiamenti delle prestazioni con priorità D («differite», da erogare entro 30 giorni, ndr). Tale piano dovrà essere articolato in obiettivi intermedi, da raggiungere entro il 30 settembre 2023, e in obiettivi finali, da raggiungere entro il 31 dicembre 2023». Secondo il report diffuso il 3 maggio da Azienda Zero le prestazioni di specialistica ambulatoriale «in galleggiamento» — cioè in sospeso perché non c’è posto nelle agende dei Cup per fissare loro una data, in teoria da trovare entro 48 ore lavorative per le «B» ed entro 4 giorni lavorativi per le «D» e le «P» — sono 234.952. Cioè 619 con priorità B («breve», da garantire entro 10 giorni dalla prenotazione); 79.882 con codice D (entro 30 giorni, come detto); 60.592 con priorità P («programmabile», entro 90 giorni) e 93.859 le altre, cioè quelle non traccianti.
Come si fa
Ma come fare ad arrivare al traguardo? Annicchiarico indica ai dg le quattro azioni da intraprendere: acquistare prestazioni aggiuntive rispetto all’orario di lavoro standard dall’organico interno, pagando 80 euro lordi l’ora e non più 60 (escluse le guardie) la dirigenza medica e delle professioni sanitarie e 50 il personale del comparto; stipulare accordi interaziendali per l’impiego congiunto di operatori (già avviene per esempio per anestesisti, pediatri e ginecologi); incrementare temporaneamente il monte ore degli specialisti ambulatoriali convenzionati interni; integrare gli acquisti di prestazioni di specialistica ambulatoriale dai privati accreditati, anche quelli ubicati nei Comuni confinanti afferenti ad altre Usl. «Il Piano operativo dovrà indicare la proposta di obiettivi intermedi e finali che l’azienda intende raggiungere — scrive Annicchiarico — oltre al numero di prestazioni aggiuntive richieste al personale, distinte tra dirigenza dell’area sanità e comparto con ruolo sanitario (operatori sociosanitari, tecnici, ostetriche, ndr), nonché agli importi corrispondenti alle quote aggiuntive di prestazioni acquisite da altre aziende sanitarie e/o da privati accreditati. Valutata la fattibilità e la congruità dei Piani aziendali, questi dovranno essere autorizzati dalla scrivente area». Se approvati, saranno finanziati in due tranche: la prima, pari al 50% dell’importo totale, sarà assegnata dalla Regione entro il 30 giugno, la seconda entro il 30 ottobre. «Quest’ultima però — specifica la circolare — è vincolata al raggiungimento degli obiettivi intermedi indicati nei Piani operativi aziendali approvati, che dovranno essere operativi dal 15 giugno. La valutazione del raggiungimento degli obiettivi verrà effettuata dalla Cabina di regia per il governo delle liste d’attesa ambulatoriali istituita il 28 marzo 2023».