Con 50 voti contrari, 87 favorevoli e nessun astenuto il Senato ha approvato il decreto legge con misure per ridurre i tempi delle liste d’attesa nella sanità. I voti a favore sono stati 87, 50 i contrari, nessun astenuto. Il provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 6 agosto, passa ora all’esame della Camera. L’Assemblea non ha approvato nessun emendamento – incluso quello che per l’ennesima volta tentava la proroga a 72 anni dell’età pensionabile dei sanitari – mentre in Commissione sono state accolte alcune proposte di modifica presentate dal relatore, Ignazio Zullo (FdI), tra cui quella che riformula il potere di controllo statale per venire incontro ai rilievi avanzati dalle Regioni
«L’approvazione in Senato del decreto sulle liste d’attesa è una buona notizia per i cittadini e per il servizio sanitario nazionale. Ringrazio i senatori per il lavoro svolto in Commissione e in Aula e le Regioni con le quali, nell’interesse dei cittadini, siamo riusciti a trovare un punto di incontro senza snaturare un provvedimento che punta a dare risposte che gli italiani attendono da troppo tempo», ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci. «Questo governo per la prima volta interviene in modo concreto per rafforzare la capacità del servizio sanitario di erogare le cure nei tempi giusti, chiamando in causa tutti gli attori in campo. Confido che anche alla Camera, la prossima settimana, si proceda fattivamente per la definitiva approvazione del decreto che segnerà un vero cambio di passo in un’ottica di maggiore e efficienza e tutela del diritto alla salute dei cittadini».
Prima del voto finale, l’intervento del presidente della commissione Affari sociali del Senato, Franco Zaffini, che ha respinto al mittente uno degli attacchi principali dell’opposizione: la mancanza di risorse a supporto del pacchetto anti liste d’attesa approvato dal Governo a inizio giugno, subito prima delle elezioni europee. «Non è vero che in questo provvedimento non c’è denaro: c’è quasi 1 miliardo di euro – ha detto Zaffini -: 300 milioni fuori dal servizio sanitario nazionale e dal Fondo sanitario nazionale sono stati attinti dai fondi del ministero per il compenso del lavoro fuori orario dei professionisti, che spingiamo a dare più disponibilità non avendone altri a disposizione. Però l’incremento della tariffazione oraria da 30 a 100 euro l’ora unito a una flat tax del 15% secca, tale per cui non fa neanche cumulo con il reddito, consente al professionista di avere un grande beneficio. Altri 624 milioni sono stati messi di fondi del Pnrr andati per l’assorbimento delle liste d’attesa». Nel disegno di legge di iniziativa governativa approvato in parallelo al decreto legge e «che arriverà in Parlamento a inizio settembre appena riprenderemo le attività – ha poi annunciato Zaffini – potremo mettere risorse aggiuntive perché andremo ad attingere alle programmazioni del 2025».
Parere favorevole con condizioni a una serie di Ordini del giorno, tra cui l’Odg che prevede l’istituzione delle Pancreas Units e quello presentato dalla vice presidente del Senato Mariolina Castellone (M5S), che impegna il governo «a fare due cose molto semplici – ha ricordato la senatrice -: da un lato a valorizzare il medico in formazione specialistica prevedendo che possa esercitare la libera professione intramuraria, cosa che peraltro aiuterebbe a snellire le liste d’attesa; dall’altro a prevedere che l’esercizio dell’attività di medico di medicina generale nell’ambito del Ssn sia consentito anche ai medici in possesso del diploma di specializzazione in medicina di comunità».
Il Sole 24 Ore sanita