La Stampa. «Una combinazione di tre fattori ha portato a questa ondata estiva: nuove varianti, il conseguente aumento degli infettabili e la quasi totale assenza di misure di protezione». Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano, direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Invernizzi fa il punto della situazione all’inizio dell’estate.
Professore, la guerra aveva fatto dimenticare il Covid e ora che succede?
«L’invasione dell’Ucraina ha distratto l’opinione pubblica, ma non Omicron che ha generato le varianti 4 e 5, tra i virus più infettivi della Storia e capaci di sfuggire maggiormente alla risposta immunitaria indotta dai vaccini basati sulla proteina Spike di Wuhan. Questo ha allargato il bacino degli infettabili, anche per l’assenza di misure di contenimento oltre alle mascherine, che ormai non sono più richieste neppure sui voli internazionali».
Siamo a 56 mila infezioni e 40 morti al giorno, a quanto arriverà questa ondata?
«L’indice di positività oltre il 20 per cento indica che le infezioni sono almeno il doppio e aumenteranno, perché la metà degli italiani è contagiabile».
Chi rischia davvero?
«Immunocompromessi e over 70 con comorbidità. Queste categorie vanno assolutamente vaccinate e protette con mascherine per loro e per chi li frequenta».
Omicron 4 e 5 provocano forme più leggere di prima?
«Da Omicron 1 in poi la letalità è diminuita, ma è aumentata l’infettività. Così vi sono ancora numeri significativi di forme gravi, in particolare nei soggetti fragili. Se le varianti attuali vengono lasciate correre possono avere in numeri assoluti effetti simili alle precedenti».
I vaccini di cui disponiamo quanto proteggono?
«La protezione contro il contagio, che dipende dagli anticorpi neutralizzanti, si è diluita passando da Wuhan alle varianti successive: con Omicron, dopo qualche mese passa dal 60 per cento a meno del 40 e probabilmente rimarrà così per anni. La protezione verso la malattia, che dipende dai linfociti T, resta all’80 per cento a lungo».
In autunno servirà un’altra vaccinazione?
«Arriveranno probabilmente vaccini a Rna basati sulla Spike di Omicron 1, che dovrebbero dare una buona protezione anche verso 4 e 5. Serviranno soprattutto a migliorare la tutela verso il contagio. L’ideale sarà farli a tutta la popolazione. Non bisognerà parlare di quarta o quinta dose, ma di nuovi vaccini. Così come ogni anno per l’antinfluenzale. Il virus cambia e va inseguito».
Omicron è stabile o ci saranno altre varianti?
«Al momento Omicron 2 convive con 4 e 5. Omicron 1 spiazzò Delta in poco tempo, mentre ora il processo è più lento. Difficile fare previsioni, ma è probabile che la variante più infettiva e che sfugge di più prevalga. L’importante è che si rimanga sotto Omicron per cui i vaccini continuino ad avere una protezione dell’80 per cento rispetto alla morte».
Con questa ondata stiamo facendo una specie di quarta dose?
«È ció che sta succedendo. Il prezzo è che nel 2022 fino a oggi sono morti 30.500 italiani, e di fatto lo abbiamo accettato. In 4 mesi di influenza nel 2018 ne sono morti circa 10mila. Dopo malattie cardiovascolari e tumori il Covid è oggi la terza causa di decesso. Se però tutti fossimo vaccinati con almeno tre dosi ne eviteremmo circa la metà».
I morti di questi giorni sono evitabili?
«Dal 15 maggio al 15 giugno sono morti circa 2.000 italiani, di cui la metà non vaccinati o non completamente vaccinati. L’altra metà sono ultraottantenni con comorbidità. Ogni mille morti almeno 400 sarebbero evitabili se fossimo tutti vaccinati».
E i bambini?
«Nei bambini rispetto agli adulti e soprattutto agli anziani la malattia è meno severa; tuttavia, se si vaccinano i piccoli c’è sicuramente qualche beneficio per gli adulti, oltre alla protezione per i bambini. Va sottolineato infine che in età pediatrica vi sono molti più casi rilevanti di miocarditi da Covid che da vaccino».
Chi prende il Covid con Omicron in questi giorni dovrà fare comunque il nuovo vaccino in autunno?
«Un’infezione con Omicron equivale a una dose di vaccino aggiornato a Omicron. Poi se una persona in autunno vuole essere sicuro si vaccina lo stesso, anzi se fossi over 80 lo farei».
Chi si contagia deve ancora rimanere in casa?
«Sì, perché se va in giro aumenta i rischi per gli altri, in particolare per i fragili. Bisogna restare a casa fino a quando il tampone diventa negativo». —