Severino: abuso d’ufficio, pene più alte. Liti di condominio fuori dai tribunali. Mediazione per gli incidenti stradali
ROMA – Il piano Cresci Italia avrà una ripercussione immediata sulla giustizia. La fase due per il Guardasigilli Paola Severino è già scattata. Prevede «misure coordinate per segnare la fine di un sistema che scoraggia gli investitori premiando i corrotti e chi non paga e penalizzando le persone per bene».
Ministro Severino, ma nel concreto cosa significa?
«Da un lato dare una forte accelerazione e una specializzazione al processo civile per materie di forte impatto economico, con adeguate norme deflattive che facciano defluire l’enorme mole di procedimenti. Ma dall’altra, certamente, incidere sulla corruzione che è un cancro che divora la leale concorrenza tra le imprese».
Un ddl anticorruzione giace in Senato. Tutti si chiedono se ripartirà da quello o ne presenterà uno diverso.
«Sto già lavorando su questo tema. La prima fase è lo studio. La seconda sarà la condivisione con le forze parlamentari e con gli altri ministri. Confronterò le idee. E penso che, se condivise, si arriverà a una proposta del governo».
Un maxi emendamento, quindi. In tempi brevi?
«Siamo un governo che non ha tempi lunghi. Salvo rispettare quelli parlamentari».
La bozza la vuole concordare, ma un’idea di contenuto da avvocato e giurista lei ce l’avrà. Come pensa si possa articolare un ddl che non sia un’arma spuntata?
«Dovrebbe contenere una parte relativa alla prevenzione in modo che si riducano le occasioni di corruzione».
Come?
«Fissando delle procedure trasparenti, un percorso cadenzato con tempi certi e poi monitorando se le regole vengono rispettate. Se in un appalto, ad esempio, vengono fissati la procedura e i tempi di rilascio delle licenze, delle autorizzazioni e dei permessi, si può ridurre l’area grigia di discrezionalità dove la corruzione si annida».
Alcune procedure nelle gare pubbliche sono già fissate ma non fermano la corruzione.
«È vero. Ma per questo serve una parte relativa alle sanzioni che vanno riequilibrate e calibrate a seconda dell’interesse generale».
A cosa pensa, ad esempio?
«Ancora non ho il quadro completo, ma penso che vadano riviste le pene in materia di abuso di ufficio».
Inasprendole?
«Certo».
Pensa che le forze politiche vogliano davvero uno strumento di lotta alla corruzione?
«La corruzione è presente in quella parte dell’amministrazione pubblica che esercita poteri discrezionali, potendo dare o negare qualcosa al cittadino. E il fatto che ci sia un ddl così importante dimostra che il Parlamento non è disinteressato a un provvedimento che tuteli le fasce più indifese».
Lei ha annunciato norme anti corruzione anche per le aziende private. A cosa pensa?
«All’introduzione di una fattispecie di reato presente in molti altri ordinamenti europei, con la quale si punisce il comportamento del dirigente d’impresa che si fa dare o promettere somme di denaro per favorire fornitori o contraenti della stessa impresa. Anche in questo caso si viola il principio di libera e leale concorrenza».
Vedremo a breve anche interventi specifici sulla giustizia civile?
«Mi muovo in un solco già tracciato da alcune leggi delega che aiuteranno a velocizzare il processo civile. Come quella sulla mediazione civile».
La mediazione civile è già, in parte, in vigore. Quali effetti ha avuto?
«Dal 21 marzo al 30 settembre 2011 sono stati 33.800 i procedimenti aperti, più di 19.000 quelli definiti, per un valore medio della controversia pari a 93 mila euro, il 75% riguarda la mediazione obbligatoria, il 23% quella volontaria, l’1% delegata e l’1% obbligatoria per clausola di contratto. Per ora sono numeri inferiori alle attese. Ma mi aspetto molto dall’estensione, entro marzo, della mediazione obbligatoria ai contenziosi più corposi».
Quali?
«Le liti condominiali e gli incidenti stradali».
Ci sono state forti resistenze degli avvocati. Come si supereranno?
«Nell’80% dei procedimenti c’è stata l’assistenza di avvocati alle parti in causa».
Resistenze ne troverà anche sulla riforma delle professioni. Lì che tempi prevede?
«Entro agosto, come stabilito dalla legge delega. Ma non ci sarà l’abolizione degli ordini. Piuttosto nuove regole sulla formazione, sulle tariffe, sulla disciplina».
Sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie che lei ha annunciato di voler fare è già quasi rivolta delle amministrazioni locali. Andrà avanti?
«Una razionalizzazione è necessaria e urgente. Ci sono 3mila edifici attualmente in uso, con la revisione giudiziaria si risparmierebbero tra i 60 e gli 80 milioni l’anno. Si punta all’efficienza anche recuperando personale amministrativo e magistrati da impiegare. L’obiettivo è arrivare alle specializzazioni per settore. Ma, come prevede la delega, entro la fine del 2012 la razionalizzazione ci sarà. E andrà di pari passo con gli interventi sul problema delle carceri a cui tengo molto».
Non teme di avere troppi obiettivi ambiziosi?
«No, non ho voluto mettere il mio nome sotto una riforma del codice penale o civile. Sto mettendo a punto norme dettate dalla necessità e dall’urgenza. Niente di più».
30 dicembre 2011 | corriere.it