di Ivan Cavicchi. Immagino che a nessuno piace essere criticato e che per quanto siano buone le intenzioni di chi critica costui resti alla fine fondamentalmente un fastidioso rompiscatole da tenere con molta cura alla larga. Ma se costui è convinto che per il bene della città egli debba rompere le scatole più lo tieni alla larga e più questo romperà le scatole per la semplice ragione che per lui sarebbe vile non farlo.
Per uno che ama le sue battaglie e che è diventato nel tempo liberamente ciò che le sue battaglie necessitavano che lui diventasse ponendosi nei confronti del bene della città liberamente oltre gli interessi particolari, il dilemma è sempre lo stesso: come comportarsi?
Questo dilemma non ci sarebbe e io non sarei un rompiscatole, se tutti, avessero a cuore il bene supremo della città, ma nonostante le buone intenzione non è così. “Homine sumus, non dei” e da che mondo è mondo per gli uomini i rompiscatole per quanto bravi restano tali e danno fastidio.
Il punto è comprendere se tra gli umani limiti, il bene della città e i rompi scatole sia possibile un compromesso: il destro nella scarpa e il sinistro nel pediluvio. Andiamo sul pratico e a chi vorrebbe un mondo senza rompiscatole dico che:
· bisogna imparare a discutere e nei modi più efficaci,
· discutere sui giornali è solo un modo ma non l’unico,
· fare orecchio da mercante quando ti offrono una buona idea soprattutto se ne hai bisogno è da imbecilli,
· in una battaglia quello che conta è vincere e tutto quello che aiuta a vincere è utile,
· quando la papera non galleggia dire che l’acqua è tanta non conviene mai,
· è meglio non avere la sindrome di Cacini la coscienza dei propri limiti e non la dissimulazione vale di più di cento cannoni,
· se vi capiterà mai di vincere sappiate che il merito non sarà mai dei rompiscatole dei quali vi dimenticherete e che mai ringrazierete ma solo vostro.
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22 febbraio 2016