Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Usl Dolomiti spiega come proteggersi dai virus di stagione che si sommano a quello pandemico: la soluzione è sempre il vaccino
Domande & risposte di Michela Nicolussi Moro Il Corriere del Veneto
Dottor Sandro Cinquetti, lei è past president per il Triveneto della Società italiana d’Igiene e direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti: quali virus stanno circolando con l’arrivo del freddo?
“Il primo resta il Sars-Cov2, che dopo il picco dell’autunno 2021, il più alto come numeri, non ha mai conosciuto un completo azzeramento. Da allora si sono succedute tre più piccole ondate pandemiche, che però non sono mai andate sotto la soglia dei 50 casi per 100 mila abitanti, in grado di consentire una forte ripresa dei tracciamenti e quindi un ulteriore contenimento dei contagi. Nel Veneto siamo da mesi tra i 500 e i 1000 casi per 100 mila abitanti a settimana, dato che emerge perché nella gente è rimasta l’abitudine di sottoporsi a tampone in caso di sintomi sospetti. Sono numeri significativi, accompagnati dalla ripresa dei ricoveri: non fanno in tempo a scendere, che la curva risale”.
Le cause?
“Tre: l’abbandono delle misure di protezione, cioè mascherina, distanziamento sociale e igiene delle mani; l’arrivo del freddo che ci costringe a stare al chiuso; il fatto che le basse temperature riducono le nostre naturali difese respiratorie, le rendono meno efficienti. La scuola poi dà un contributo non da poco alla diffusione di tutti i virus respiratori, perché i ragazzi stanno molto insieme, non solo in classe ma anche sui mezzi di trasporto, affollati. Così trova terreno fertile pure l’influenza”.
Quest’anno è arrivata con un mese e mezzo di anticipo.
“Nei bambini sì, infatti i più colpiti, in particolare i piccoli sotto i 5 anni. Non solo perché all’asilo non esistono distanziamenti, ma anche per il fatto che il loro sistema immunitario non conosce l’influenza, assente per due anni a causa delle misure di contenimento del Covid-19. Invece gli adulti nella loro vita l’hanno incontrata ogni anno e benché il virus muti, qualche anticorpo residuo rimane”.
Com’è la situazione?
“Nel Veneto circola prevalentemente il virus H3N2, diffusivo e virulento, e la copertura vaccinale non è ottimale. Riguarda il 35%-40% degli over 65 e dei pazienti fragili, percentuale che contiamo di portare al 55%-60% dopo Natale, quando è previsto il picco. Per i giovani siamo appena all’inizio”.
Come si può distinguere l’influenza dal Covid-19? “Solo con il tampone per la ricerca del Sars-Cov2, perché i sintomi iniziali sono molto simili: febbre, mal di gola, cefalea, debolezza. E i nostri centri non sono dotati di strumenti diagnostici per l’influenza, che non determina quarantena di 5 giorni, come il Covid”.
Che fare se si contraggono entrambe le infezioni contemporaneamente e si configura il fenomeno della “Flurona”?
“Sono casi rari, ma se si è vaccinati il decorso è simile a quello di Covid e influenza presi singolarmente. Se invece non si è immunizzati per nessuna delle due o solo per il Covid, la malattia di stagione può diventare più impegnativa. Nei giovani sani comunque la Flurona ha di solito un’evoluzione benigna. È invece pericolosa per gli anziani e i soggetti fragili, gravati da altre malattie”.
Come proteggersi?
“Con il vaccino. Per l’influenza è consigliabile assumerlo prima di Natale. Per le categorie a rischio (bambini fino a 6 anni, over 65, immunodepressi, donne in gravidanza, cardiopatici, diabetici, pazienti oncologici, soggetti colpiti da malattie respiratorie, sanitari, forze dell’ordine, vigili del fuoco, personale a contatto con gli animali, donatori di sangue, parenti e badanti di anziani e persone fragili, ndr) è gratuito e si può assumere nei Distretti delle Usl, dai medici di base, dai pediatri di libera scelta e in farmacia. Per il resto della popolazione è in vendita in farmacia e può essere somministrato dagli stessi soggetti citati. Come l’anti-Covid, che si può assumere in qualsiasi momento su prenotazione negli hub delle Usl, anche l’anti-influenzale non scongiura il rischio di contagio, proprio perché i virus mutano, ma protegge dal pericolo di malattia grave, ricovero e morte”.
Come ci si cura?
“Se non insorgono forme gravi, Covid e influenza hanno un decorso simile, si assumono farmaci per abbassare la febbre e per contrastare gli altri sintomi. Di solito in una settimana si risolvono. Il consiglio è di stare a casa: per evitare di peggiorare e per non contagiare altre persone, magari fragili”.
Circola anche l’Rsv, il virus respiratorio sinciziale responsabile di bronchioliti?
“Sì, è sempre circolato, come il rinovirus, l’adenovirus e altre virosi respiratorie e batteriche, per esempio il Pneumococco, che si diffondono d’inverno. L’Rsv si manifesta nel giovane e nell’adulto ma è difficile da diagnosticare, perché i primi sintomi sono sfumati e simili a quelli dell’influenza. Può diventare pericoloso nei bambini sotto l’anno di età e nell’anziano problematico perché scatena la bronchiolite, un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio”.
Esiste un vaccino?
“Non ancora ma il mio Dipartimento, insieme ad altri 15 centri in Italia, fa parte di un progetto per sperimentare il primo. Il protocollo, avviato da Glaxo SmithKline, è partito due anni fa e noi abbiamo reclutato 40 pazienti adulti”. Niente anticorpi L’influenza dilaga tra i più piccoli, che negli anni della pandemia non l’hanno conosciuta 50casi Ogni 10 mila abitanti. È la soglia massima indicata dagli esperti per eseguire un tracciamento efficace dei contagi. Al di sopra è impossibile ricostruirli