Secondo la relazione relativa al secondo trimestre 2015 di Rabobank, l’influenza aviaria ha lasciato il mercato europeo della carne di pollame in una condizione di “fragilità”, e al momento è improbabile che la minaccia della malattia diminuirà nel breve termine. La relazione raccomanda alle aziende dell’UE di considerare una fase di adattamento per mitigare il rischio che l’aviaria continua a rappresentare.
Pur non essendoci focolai ad alta patogenicità da febbraio, in Germania e nei Paesi Bassi sono state rilevate alcune infezioni a bassa patogenicità, il che fa pensare ad un perdurare della pressione infettiva. I danni derivanti dall’aviaria sono presenti in tutto il rapporto Rabobank, dato che la malattia ha causato effetti sul commercio internazionale. I paesi che hanno mercati equilibrati, come gli Stati Uniti e il Giappone, sono stati meno colpiti. Il Brasile, che non è stato colpito dalla malattia, ha potuto beneficiare degli effetti sul mercato internazionale.
Il rapporto suggerisce una certa ripresa anche dei mercati europei che, negli ultimi sei mesi, hanno registrato alcuni focolai di aviaria, e hanno subito la chiusura dei mercati di esportazione. La ripresa è anche sostenuta da un euro debole, che ha contribuito a rendere il commercio più attraente. “Il miglioramento della domanda locale comunitaria ha compensato l’effetto del divieto delle esportazioni che hanno colpito Paesi Bassi, Germania e Regno Unito”.
La domanda locale ha contribuito a collocare l’eccesso di offerta derivante dalla restrizione alle esportazioni, e non ha contribuito al ribasso degli elevati prezzi della carne rossa.
Nel periodo analizzato, nel suo insieme l’Ue ha importato il 4% in meno di pollame e, nonostante le restrizioni al commercio internazionale, ha esportato il 2% in più.
Fonte Farmers Weekly Interactive (da Unaitalia) – 5 giugno 2015