L’attenzione principale resta rivolta però al pacchetto di misure che dovranno evitare di trasformare le feste natalizie in un nuovo “liberi tutti” come in agosto. Da qui la linea della massima cautela anche se l’Italia sarà quasi tutta «gialla» come lascia prevedere la curva dei contagi che rallenta: ieri 23.232 casi a fronte di 189mila tamponi, numeri che fanno scendere l’incidenza dei positivi al 12,3%, 3 punti meno rispetto alla settimana scorsa. Ma con il brutto dato dei decessi (l’ultimo a scendere) : ieri ben 853 morti.
La linea della massima cautela è sposata soprattutto dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha ricordato come «in questo momento gli spostamenti sono consentiti da zona gialla a zona gialla». Ma per Natale Speranza ribadisce anche che «bisogna evitare gli spostamenti non strettamente necessari» . Dunque alla fine il disco verde per “sconfinare “potrebbe esserci solo per chi torna alla residenza. Linea dura ribadita anche sul fronte vacanze sulla neve nonostante le proteste delle regioni alpine e delle categorie interessate, a partire dai gestori degli impianti che temono una perdita del 70% degli incassi. Anche perchè al danno rischia di aggiungersi la beffa del “rientro”dei vacanzieri e quindi del rischio importazione Covid. Il premier Giuseppe Conte ne ha parlato ieri con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen per arrivare a un «coordinamento europeo» delle regole. Una telefonata nella quale, ha detto Conte, c’è stato un «ottimo scambio di vedute» su questo e altri temi. Posizione rilanciata anche da Nicola Zingaretti: «Sullo sci servono regole europee perchè è inutile chiudere in Italia e avere piste aperte al di là delle frontiere» ha detto il segretario del Pd. Dalla Germania e dalla Francia arrivano segnali assai simili a quelli lanciati da Conte. Emmanuel Macron ieri sera in diretta Tv ha espressamente escluso l’apertura dello sci durante le vacanze natalizie («Mi sembra impossibile»), rinviando a gennaio la decisione e facendo anche lui riferimento a una «concertazione con i Paesi vicini».A sostenere la linea italiana è anche la Germania mentre l’Austria ribadisce di voler avviare «la stagione invernale». Il nuovo Dpcm sarà anche l’occasione per rivedere i criteri che ora decidono i colori delle Regioni: oggi si incontrerà la cabina di regìa. Allo studio l’idea di dare un maggior peso all’incidenza dei contagi calcolati in base alla popolazione e ai ricoveri. Venerdì ci sarà invece il nuovo report che potrebbe vedere i primi cambi di “casacca”, a partire dalla Lombardia che da rossa potrebbe diventare arancione. Ieri invece il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che rinnova fino al 3 dicembre le misure restrittive per Basilicata, Liguria e Umbria (arancioni) mentre la Provincia di Bolzano resta «zona rossa».
Il 2 dicembre il ministro Speranza andrà in Parlamento non solo a raccontare il nuovo Dpcm ma anche l’atteso piano per i vaccini. Ieri finalmente le Regioni hanno comunicato al commissario Domenico Arcuri la lista dei centri ospedalieri e le Rsa – ce ne saranno 300 – dove sarà somministrato il vaccino Pfizer. Con un avvertimento ribadito da Gianni Rezza direttore Prevenzione del ministero della Salute: «Per avere l’immunità di gregge si dovranno vaccinare almeno il 60-70% degli italiani». In pratica oltre 40 milioni di persone.