Azienda Zero è pronta a spendere altri 28 milioni di euro per tamponi molecolari nei prossimi due anni. Ma dopo diciotto mesi di emergenza sanitaria, è ormai chiaro che l’unica certezza è che non ci sono certezze: nessuno può scrivere sulla pietra quale sarà l’evoluzione della pandemia e quale sarà la risposta del mercato, come si è visto con le dinamiche fluttuanti di quantitativi e di prezzi anche per le mascherine. Per questo l’ente strumentale della Regione, di fatto la centrale acquisti delle Ulss e dei policlinici universitari, ha chiuso una maxi-gara del valore teorico di 202 milioni: in pratica sono stati opzionati tutti i test attualmente reperibili attraverso 12 fornitori sia italiani che stranieri, che messi insieme dichiarano di poter consegnare oltre 8 milioni di pezzi, così da avere la ragionevole garanzia di accaparrarsene almeno 1 milione, per tutte le volte in cui ce ne sarà bisogno.
LA VARIABILITÀ Le delibere firmate dal direttore generale Roberto Toniolo danno il senso dell’estrema variabilità delle situazioni e delle condizioni che caratterizzano il Covid, costringendo gli uffici a una continua risintonizzazione delle procedure. Come questa, finalizzata all’acquisizione di «sistemi diagnostici per la ricerca rapida qualitativa del virus Sars-CoV-2 con metodiche molecolari», di cui è stata rilevata «l’assoluta necessità, al fine di non interrompere un pubblico servizio con grave nocumento all’igiene e alla sanità pubblica». Sarebbe facile parlare di “bastoncini”: in realtà il mercato dei tamponi è contraddistinto «da notevole difficoltà di reperimento di alcune tipologie di strumentazioni e reagenti dovuta alla notevole domanda mondiale e al numero ridotto di produttori», con l’aggravante della «variabilità dei fabbisogni effettivi, strettamente connessi con il mutare del dato epidemiologico». Perciò è stato deciso di ricorrere non alla classica gara d’appalto, in cui i quantitativi sono fissi, bensì al Sistema dinamico di acquisizione, che permette di modificare in corsa gli approvvigionamenti entro il tetto di spesa stabilito, in questo caso 27.956.250 euro più Iva.
L’INFEZIONE Fra tamponi molecolari e test rapidi, finora il Veneto ne ha effettuati quasi 12 milioni. Con la variante Delta al galoppo, il numero è destinato ad ingrandirsi ulteriormente. Un bisogno particolare è quello dei pazienti che entrano in ospedale per un’urgenza, per esempio in Pronto Soccorso dopo un incidente o in stroke unit a causa di un ictus, con la necessità «di una tempestiva conferma della presenza dell’infezione, ai fini dell’erogazione delle opportune prestazioni cliniche e/o del ricovero nel reparto più idoneo», come spiega Mario Rassu, coordinatore delle Microbiologie, nella richiesta del maxi-ordine: «Mediante tali sistemi è infatti possibile fornire un referto (positivo o negativo) senza la successiva necessità di una conferma del medesimo mediante ulteriori esami. Tali esigenze si manifestano particolarmente nelle ore notturne e nei giorni festivi in quei presidi ospedalieri o punti di primo intervento dove l’attività di diagnosi molecolare delle strutture di laboratorio non è garantita h24 e 7 giorni su 7».
IL PREZZO Azienda Zero ha interpellato una dozzina di fornitori, i quali si sono detti variamente disposti a consegnare fra 40.000 e 300.000 test in un anno, più varie ipotesi di aumento del 50% e di proroga sia semestrale che trimestrale, in base ai diversi scenari epidemiologici. Gli importi variano a seconda del prezzo, che va da un minimo di 10,60 a un massimo di 35,20 euro. «Il mercato è molto mutevole e la concorrenza è alta – dice il dg Toniolo – per cui nel corso del tempo bisognerà sentire di volta in volta i vari produttori e vedere chi è in grado di consegnare la quantità che ci servirà in quel momento. Impossibile fare previsioni adesso, la situazione cambia di continuo in base all’andamento del virus».
Angela Pederiva – IL Gazzettino