La buona Sanità c’è, basta cercarla. Anche in momenti di crisi come questi. Lo dimostrano le 69 esperienze selezionate dal Comitato scientifico dell’Osservatorio Fiaso sulle buone pratiche sanitarie che guardano con un occhio al miglioramento delle performance e con l’altro alla riduzione dei costi.
Un lavoro che parte da oltre 150 esperienze raccolte nell’ultimo anno e che dopo la selezione condotta dal comitato scientifico (composto da esperti delle istituzioni, del mondo accademico e delle rappresentanze dei cittadini) ha portato alla realizzazione del primo «Libro bianco della Buonasanità», presentato oggi a Roma. Oltre al Libro bianco l’attività dell’Osservatorio di Fiaso ha consentito infatti fino a oggi la messa in rete di 89 buone pratiche, accuratamente classificate in modo da renderle più facilmente consultabili agli operatori delle aziende sanitarie e quindi più facilmente esportabili sul territorio nazionale.
«La raccolta sistematica delle best practice sanitarie – ha spiegato il presidente della Fiaso, Giovanni Monchiero – è il contributo che come aziende offriamo in questa fase così difficile del Paese per dimostrare con i fatti che è ancora possibile coniugare buona qualità dei servizi e sostenibilità economica». «E il Libro bianco della buona Sanità – prosegue ancora Monchiero – è li a dimostrare che questo obiettivo si può centrare solo puntando sulla aziendalizzazione del sistema del quale le esperienze selezionate sono il frutto diretto, nonostante le tendenze neo-centralistiche da anni in atto».
Dall’ospedale con i letti “swing” o “flessibili” per far fronte all’iperafflusso improvviso al pronto soccorso alla chat per dare in tempo reale informazioni sulle prestazioni sanitarie, fino alla telecardiologia e alla bioingegneria dei tessuti: «Stiamo producendo un archivio di buone pratiche in settori diversi – spiega Valerio Fabio Alberti, vice presidente Fiaso e responsabile del progetto – che serve a rendere disponibile alle aziende sanitarie buone pratiche fatte in altre aziende in modo da facilitarne l’implementazione. Iniziativa che rientranel nostro lavoro di direttori generali e che è il crinale fra qualità dei servizi e governo dei costi, perché, spesso, come alcune esperienze hanno dimostrato, la qualità migliora anche i conti».
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